Recensione Monument Valley 3: L'Esperienza Zen su Console e PC
Ustwo ci trasporta ancora un volta nel mondo incantato e geometrico con Monument Valley 3. Già acclamato su mobile a dicembre 2024, il titolo si appresta a conquistare anche il pubblico console e PC a partire dal 22 luglio. Abbiamo avuto l'opportunità di immergerci in questa nuova avventura su console PlayStation 5 Pro, per capire come l'esperienza “zen” e visivamente sbalorditiva si traduca su schermi più grandi e con controlli diversi.
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Nel panorama videoludico contemporaneo, dominato da produzioni sempre più complesse e spesso orientate alla monetizzazione, emerge una gemma rara che ha saputo ritagliarsi un posto d'onore nel cuore dei giocatori: Monument Valley. Nato dalla mente visionaria di Ustwo Fampany Limited, uno studio londinese fondato nel 2004 da Matt “Mills” Miller e John “Sinx” Sinclair, questo franchise ha trasceso la semplice definizione di “videogioco mobile” per diventare un vero e proprio fenomeno culturale. Ustwo, con la sua filosofia incentrata sulla qualità estetica e sull'innovazione del design, ha dimostrato che è possibile creare esperienze ludiche profonde e significative, capaci di emozionare e stimolare la mente, senza ricorrere a meccaniche invasive.
Monument Valley 3 non è solo un nuovo capitolo; è la continuazione di un'eredità, la conferma di una visione che ha saputo trasformare illusioni ottiche e architetture impossibili in un linguaggio universale. Dal successo planetario del primo Monument Valley nel 2014, che ha venduto milioni di copie e vinto innumerevoli premi, Ustwo ha consolidato la sua reputazione come pioniere nel design digitale e nello sviluppo di giochi che sono vere e proprie opere d'arte interattive. Con questo terzo capitolo lo studio si spinge oltre, portando la sua inconfondibile estetica e il suo gameplay meditativo su console e PC, invitando un pubblico ancora più vasto a perdersi in un viaggio di coraggio, sacrificio e scoperta interiore. La nostra recensione si immerge in questa nuova avventura, analizzando come la magia di Ustwo si adatti ai nuovi schermi e controlli, mantenendo intatta la sua essenza di cult.
Aspetti Ludici: Un Viaggio Zen tra Paradossi e Intuizione
Monument Valley 3 si conferma un trionfo di game design, proseguendo la tradizione dei suoi predecessori con puzzle ambientali basati su illusioni ottiche e prospettive impossibili, ispirate alle opere di Escher. La campagna, composta da dieci capitoli iniziali con promessa di un futuro dlc chiamato “Il Giardino della Vita” , introduce fin da subito nuove meccaniche che vanno oltre la semplice riproposizione. Troviamo scenari che si espandono oltre la singola schermata, rivelando sezioni nascoste che suggeriscono un'ambizione esplorativa, seppur funzionale al puzzle.

Collezionare la luce per illuminare un luogo sicuro
Il gioco mantiene il suo caratteristico “flow” lento e rilassato. Gli enigmi, pur non essendo particolarmente difficili, sono studiati per offrire un'esperienza emozionante piuttosto che frustrante. Ogni scenario si risolve con poche, intuitive azioni: ruotare una leva, spostare un blocco, attraversare una porta. La guida è affidata all'intuizione del giocatore e alla struttura stessa dei livelli, senza tutorial espliciti o forzature.
La varietà è aumentata rispetto ai capitoli precedenti, con ambientazioni e personaggi più diversificati. La protagonista, Noor, interagisce con diversi NPC e si ritrova anche a navigare liberamente in alcune sezioni a bordo di un'imbarcazione, elementi che si integrano perfettamente nel racconto. Le “ruote” e i tasselli scorrevoli e componibili, uniti al mondo naturalistico, arricchiscono la complessità dei puzzle, mantenendo sempre un livello di sfida accessibile e gratificante.
Grafica: Estetica Minimalista, Impatto Sensoriale
Tecnicamente e artisticamente, Monument Valley 3 eleva ulteriormente la sua proposta. Sebbene il minimalismo delle forme sia preservato, le animazioni dei personaggi sono più dettagliate. L'uso dei colori è più audace e saturo, quasi a voler narrare un viaggio visivamente più intenso e diverso dai precedenti. Le geometrie e le simmetrie continuano a dominare lo schermo, ma alcuni livelli, come quello ispirato al mondo “a tubo catodico”, osano percorsi ancora più originali e coraggiosi.

Le sezioni acquatiche rappresentano il 70% del titolo
Il gioco è un'esperienza “sensoriale” totalizzante, dove grafica, sonoro e gameplay si fondono in maniera indissolubile. Lo spettacolo visivo è parte integrante dell'esperienza, con scenari onirici e psichedelici che si rivelano e si trasformano con animazioni morbide e fluide, sottolineando ogni azione e aggiungendo carico emotivo all'avventura di Noor.
Il passaggio da mobile a console e pc è un banco di prova significativo per un titolo come Monument Valley 3, nato per essere giocato in verticale si dimostra ben fatto sotto molti aspetti. Il gioco gira stabilmente a 60 frame al secondo con una risoluzione 4K nativa, garantendo una fluidità visiva eccezionale. Durante la nostra prova, abbiamo riscontrato un solo, isolato calo di frame, avvenuto in un momento di intensa trasformazione geometrica dello scenario, un dettaglio quasi trascurabile.

Alla fine di ogni capitolo si trasporta la luce per aumentare la portata del faro
Tuttavia, non mancano le perplessità. L'assenza dell'HDR è una scelta curiosa, specialmente per un titolo che fa della resa cromatica uno dei suoi punti di forza. La conversione da formato portrait a landscape, sebbene abbia saputo mostrare il meglio del titolo riempiendo lo schermo, rivela in alcuni momenti la sua natura originale: si notano elementi aggiuntivi ai lati, che seppur ben camuffati, non sempre si integrano perfettamente e non rispondono alle interazioni del giocatore.
La mancanza di supporto al feedback aptico e ai grilletti adattivi del DualSense è un'occasione persa. Viste le sezioni in cui si naviga con la barca a vela e il continuo movimento delle geometrie, la possibilità di “sentire” il vento o la trasformazione dei poligoni avrebbe aggiunto un ulteriore strato di immersione sensoriale, arricchendo l'esperienza tattile che il gioco, che, per sua natura, già stimola visivamente e acusticamente.
Audio: Un Capolavoro Sonoro
Il sound design di Monument Valley 3 è, ancora una volta, clamoroso e fondamentale per l'esperienza complessiva. L'audio è estremamente organico, profondamente legato all'ambientazione e agli avvenimenti di gioco, quasi a formare una sinfonia interattiva. Ogni azione, ogni spostamento della protagonista, ogni trasformazione geometrica degli scenari è accompagnata da effetti sonori precisi e musiche dolci e rilassanti che non solo sottolineano l'esperienza, ma ne diventano parte integrante, amplificando il senso di meraviglia e scoperta. La cura maniacale per il dettaglio sonoro contribuisce a creare un'atmosfera immersiva e meditativa, rendendo il gioco un'esperienza multisensoriale. Giocare a Monument Valley 3 senza un buon paio di cuffie o auricolari sarebbe un vero “crimine”, poiché una parte fondamentale dell'immersione deriva proprio dalla qualità e dalla coerenza del comparto sonoro, che eleva il titolo a un livello superiore.
Componente Psicologica e Storia: Il Cammino Interiore di Noor
Sebbene la trama sia sottile e serva principalmente da legante per la serie di puzzle, Monument Valley 3 narra una storia di coraggio e sacrificio, spesso in maniera più esplicita rispetto ai capitoli precedenti. La protagonista, Noor, intraprende un cammino interiore che si riflette nelle sfide ambientali che affronta. Le architetture mutevoli e i paradossi visivi possono essere interpretati come metafore delle complessità e delle rivelazioni che accompagnano la scoperta di sé. Il gioco, pur non avendo una narrativa complessa, riesce a trasmettere un senso di viaggio e crescita personale attraverso l'interazione con il mondo di gioco e i suoi abitanti, rendendo l'esperienza non solo un esercizio di logica, ma anche un piccolo racconto emotivo.

Gli enigmi di gioco sono sempre intuitivi
Conclusione
Monument Valley 3 si conferma un piccolo capolavoro, un'esperienza ludica “zen” che, nonostante la sua brevissima durata (poco più di un'ora e mezza), lascia un profondo senso di piacere e soddisfazione. La versione console, in particolare su PlayStation 5 Pro, offre una resa visiva e una fluidità impeccabili, dimostrando un porting tecnicamente solido. Tuttavia, alcune scelte come l'assenza di HDR e il mancato sfruttamento delle funzionalità aptiche del DualSense rappresentano occasioni mancate per elevare ulteriormente un'esperienza già di per sé straordinaria. Nonostante queste piccole imperfezioni rimane un titolo imperdibile per chi cerca un'avventura unica, rilassante e visivamente mozzafiato, un vero e proprio esercizio di stile e game design che merita di essere vissuto.
PRO
- Design artistico e visivo eccezionale: Un trionfo di estetica minimalista e illusioni ottiche.
- Gameplay zen e rilassante: Puzzle intuitivi che offrono gratificazione senza frustrazione.
- Sound design magistrale: Un comparto audio organico e immersivo che esalta l'esperienza.
- Narrativa sottile ma profonda: Un viaggio interiore che si intreccia con il gameplay.
- Porting tecnico solido: 4K a 60fps su console, garantendo fluidità visiva.
- Filosofia single buy: Assenza di microtransazioni o meccaniche invasive.
CONTRO
- Durata molto breve: L'esperienza si conclude in poco più di un'ora e mezza.
- Rigiocabilità limitata: Una volta risolti i puzzle, l'incentivo a rigiocare è minimo.
- Mancanza di HDR: Un'occasione persa per esaltare ulteriormente la palette cromatica.
- Mancato supporto al feedback aptico e ai grilletti adattivi: Avrebbe arricchito l'immersione tattile.
- Adattamento landscape non sempre perfetto: Elementi ai lati dello schermo a volte rivelano la natura mobile originale.
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