Bambas! – Recensione
Se qualcuno chiedesse di riassumere l'essenza di Bambas! in due parole, gli si potrebbe rispondere con “walking simulator” (facciamo finta che sia una parola unica) e “sandbox”. Il gioco di DevilishGames arriva anche su PlayStation 5 per portare una ventata di freschezza con un gameplay apparentemente folle e che si basa su premesse surreali, ma che di fatto riesce a fare tutto quello che un videogioco ha il compito di fare. Cosa? Divertire, intrattenere, stimolare, senza necessariamente cercare di diventare un'opera d'arte, un ibrido videoludico-cinematografico o un candidato al Game of the Year. Ma facciamo un passo per volta e scopriamo tutto nella nostra recensione.
Walking simulator… letteralmente
Il termine walking simulator viene usato, e a volte abusato, sempre più frequentemente nel mondo dei videogiochi, spesso con accezione negativa, per indicare un gameplay che propone poche attività e un'esperienza che si basa esclusivamente su esplorazione di ambienti e lettura di documenti. Nel caso di Bambas! si tratta invece di una descrizione puntuale e impeccabile del gioco. Ci ritroveremo al comando di un paio di piedi invisibili, che si possono vestire di diversi tipi di calzature. Saremo invitati a muoverci in giro per la mappa controllando ogni singolo passo. Come in un ritorno ai nostri primi mesi di vita, dobbiamo prendere confidenza con il sistema di controllo e imparare a camminare con le mani (sul controller) che gestiscono i piedi (a schermo)… insomma, avete capito.
Nello specifico, i comandi sono estremamente semplici, anche se per prendere confidenza servirà qualche minuto. Muovendo semplicemente le levette analogiche faremo strisciare i piedi nella direzione che desideriamo. Premendo solo i grilletti del controller solleveremo i piedi. Combinando i due comandi faremo dei passi sollevando le scarpe, quindi coprendo una distanza maggiore. Nella maggior parte dei casi è consigliabile proprio quest'ultima opzione, che consente di muoversi più rapidamente e soprattutto di interagire con gli oggetti per schiacciarli (come nel caso delle lattine), lanciarli lontano (come nel caso delle palline di carta) o raccoglierli (come nel caso delle monetine). In qualche occasione, però, sarà bene andare più di fino ed eseguire leggerissimi spostamenti con le sole levette analogiche. Questo vale soprattutto in alcuni minigiochi: in “The floor is lava” ad esempio ci viene richiesto di attraversare le strisce pedonali senza toccare l'asfalto.
All'inizio il sistema di movimento sembra di difficile gestione, ma entrando nella giusta lunghezza d'onda e abituando le mani a una serie di azioni a cui siamo poco abituati riusciremo a diventare abili camminatori in pochi istanti. Non mancano poi situazioni in cui dobbiamo fare sfoggio di abilità superiori, per così dire, calibrando alla perfezione la posizione dei piedi per un calcio potente, oppure per pestare con precisione una piccola foglia sul marciapiede. A facilitare la nostra esplorazione potremo trovare anche dei monopattini, per coprire ancor più rapidamente distanze superiori nella città e completare specifiche missioni.

Ovunque io mi giri…
Apprese le basi di questo nuovo modo di camminare in un ambiente virtuale, è tempo di capire che cosa gli sviluppatori hanno pensato per intrattenerci. Dopo un breve scambio di battute iniziali con un altro paio di scarpe, che ci introducono all'avventura, è solo muovendo i primi passi che capiamo qual è il nostro scopo: divertirci. La città è un parco giochi a cielo aperto tutto da scoprire, sia interagendo casualmente con gli oggetti e scoprendo missioni “nascoste”, sia attivando dialoghi con altre scarpe che ci assegnano quest specifiche e leggermente più strutturate.
Ecco perché la definizione di sandbox calza a pennello per Bambas!. Ovunque ci giriamo, o meglio ovunque muoviamo i nostri piedi, ci imbattiamo in una nuova attività, una nuova missione, un nuovo contatore a schermo. Questo meccanismo fa leva su due tipi di giocatore: il primo, quello che vuole divertirsi con un'esperienza casual, che ha la possibilità di provare un po' di tutto (calciare una lattina, pestare un escremento, raccogliere qualche monetina) e di divertirsi vedendo le reazioni del mondo di gioco. Il secondo, quello che vive di completismo e non può resistere alla tentazione di completare l'elenco di cose da fare. Va da sé che, se siete alla ricerca di un'esperienza casual e contemporaneamente completisti, con Bambas! avete trovato il vostro piccolo angolo di Paradiso.

Un salto a piedi pari nel passato
Gli sviluppatori, nella loro descrizione di Bambas! sul PlayStation Store, richiamano anche la nostalgia della nostra infanzia, quando ogni angolo di ogni strada si trasformava in un gioco, in una potenziale avventura. La capacità di ricreare queste sensazioni è quello che rende il titolo interessante e, nella sua semplicità, molto ben riuscito. L'intreccio di cose da fare è il segreto per mascherare l'innegabile semplicità delle meccaniche di gameplay: se dovessimo calpestare 150 foglie e poi calciare 50 lattine probabilmente sentiremmo la noia montare dopo pochi minuti, ma il fatto di poter portare avanti contemporaneamente decine di compiti rende difficile chiudere la sessione di gioco.
In generale, insomma, le varie leve emotive e caratteriali su cui si basa Bambas! sono usate nel modo giusto e forniscono un gioco piccolo, compatto, dagli orizzonti limitati, ma che è consapevole di questa sua natura e che entro i suoi confini si muove nel migliore dei modi. In altre parole, ci si diverte, e da un videogioco non si dovrebbe chiedere necessariamente altro. Se invece abbiamo bisogno di storie complesse, meccaniche profonde e gameplay vario, sappiamo di poterci rivolgere altrove.
Trofeisticamente parlando: passo dopo passo
Il trofeo di Platino di Bambas!, protetto dietro a 4 coppe di bronzo, 9 d'argento e 8 d'oro, richiede di trascorrere un bel po' di tempo nella città che fa da sfondo al gioco. Tra i 100.000 passi da muovere e il gran numero di missioni da completare, solo dedicandoci anima e cuore a tutte le attività potremo portare a casa le coppe predisposte dagli sviluppatori. Il bello è che non sembra servire una particolare abilità, con i requisiti che sono legati al normale progredire delle richieste del gioco, senza invenzioni astruse, e all'acquisto di alcune paia di scarpe aggiuntive dall'elenco proposto nel menù.
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