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Absolum – Recensione

Non tutti i giochi nascono per diventare franchise. Alcuni esistono per ricordarci che l'originalità può ancora sorprendere, anche quando meno ce lo aspettiamo. Absolum è uno di quei titoli che non si accontenta di seguire le orme dei grandi: le calpesta, le reinventa e ci costruisce sopra un regno fantasy dove la magia è proibita, ma il divertimento è legge.



Sviluppato da Guard Crush Games e Supamonks, e pubblicato da Dotemu (già noti per Streets of Rage 4 e TMNT: Shredder's Revenge), Absolum è un beat ‘em up roguelite in 2.5D che mescola azione, strategia e una sana dose di caos controllato. E lo fa con stile.



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Ribelli, tiranni e radici magiche



In Absolum, la magia non è un dono: è una condanna. Dopo un cataclisma che ha devastato il mondo di Talamh, il Re Sole Azra ha instaurato un regime totalitario che ha messo al bando ogni forma di incantesimo. I maghi sono diventati fuorilegge, la conoscenza è stata bruciata, e la speranza è stata sepolta sotto le macerie di un passato dimenticato. Ma come ogni buon tiranno sa (e spesso dimentica), più si reprime una forza, più questa trova il modo di ribollire sotto la superficie.



È in questo contesto che si muovono i protagonisti: Galandra, un'elfa guerriera che brandisce la spada come se fosse un'estensione della propria volontà, e Karl, un nano armato di fucile e sarcasmo, che sembra uscito da un western steampunk. Dopo aver liberato la loro “Madre” – una creatura arborea legata alla Radice Madre, fonte primordiale della magia – i due si imbarcano in una missione che è tanto personale quanto politica: abbattere il regime, risvegliare la magia e restituire libertà a un mondo in catene.



La narrazione si sviluppa in modo frammentato, come spesso accade nei roguelite, ma Absolum riesce a costruire un mondo coerente e affascinante attraverso dialoghi, documenti nascosti e incontri con personaggi secondari. Ogni run sblocca nuovi tasselli di lore, e la progressione narrativa è legata alla crescita del giocatore tanto quanto a quella dei protagonisti. Non c'è una cutscene ogni cinque minuti, ma quando la storia si fa sentire, lo fa con forza. E quando scopri che la Radice Madre non è solo un meccanismo di gameplay, ma un simbolo di rinascita e resistenza, capisci che Absolum ha qualcosa da dire.



Il ritmo è tutto, e qui non manca mai



Se la trama è il cuore, il gameplay è il pugno. E Absolum colpisce duro. Il sistema di combattimento è un ibrido tra beat ‘em up classico e roguelite moderno, con un ritmo serrato che non lascia spazio alla distrazione. Ogni personaggio ha un set di mosse unico, con combo fluide, attacchi caricati, schivate offensive e magie che si ricaricano nel tempo. Ma non basta premere tasti a caso: Absolum premia la precisione, la lettura dei pattern nemici e la gestione delle risorse.



Le arene sono dinamiche, con nemici che arrivano a ondate e ambientazioni che influenzano il combattimento. Alcuni livelli presentano trappole ambientali, altri richiedono di proteggere NPC o di affrontare boss con meccaniche complesse. Ogni run è diversa, grazie a un sistema di generazione semi-procedurale che mescola layout, nemici e potenziamenti. E proprio questi ultimi sono il cuore della progressione: tra una missione e l'altra, si torna all'hub centrale per potenziare le abilità, sbloccare nuove mosse e interagire con i maestri della resistenza.



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Il sistema di crescita è stratificato ma accessibile: ogni personaggio ha un albero delle abilità, ma anche potenziamenti temporanei che si ottengono durante le run. Questo crea un interessante equilibrio tra build a lungo termine e adattamento tattico. Volete puntare su una Galandra agile e letale, o su una versione tank con magie difensive? Volete che Karl diventi un cecchino da distanza o un demolitore ravvicinato? Le possibilità sono molte, e il gioco vi invita a sperimentarle tutte.



Il multiplayer, sia locale che online, aggiunge un ulteriore livello di profondità. Le sinergie tra personaggi sono reali: uno può stordire, l'altro colpire; uno può curare, l'altro assorbire danni. Ma attenzione: la difficoltà scala con il numero di giocatori, e la cooperazione è fondamentale. Non basta menare le mani: bisogna comunicare, coordinarsi, e sapere quando sacrificarsi per il gruppo.



Infine, una menzione speciale va al sistema di “rinascita” tramite la Radice Madre. Ogni morte non è una fine, ma un'opportunità. Si torna indietro, si rinasce, si riparte più forti. È un ciclo che non stanca, perché ogni run è un passo avanti, ogni sconfitta è una lezione, ogni vittoria è sudata e meritata. E quando finalmente si abbatte un boss che vi ha fatto penare per ore, la soddisfazione è autentica.



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Un fantasy che non si accontenta del solito



Visivamente, Absolum è una festa per gli occhi. Il mondo di Talamh è reso con una grafica 2.5D con ambientazioni dettagliate, animazioni fluide ed effetti particellari che danno vita alla magia proibita. Ogni livello ha una propria identità visiva, dai boschi oscuri alle rovine incantate, e il design dei personaggi è curato, riconoscibile, mai banale.



Il lavoro di Supamonks si nota nella qualità delle animazioni, che riescono a trasmettere personalità anche nei momenti più frenetici. Galandra si muove con eleganza letale, Karl con una pesantezza controllata, e gli altri personaggi sbloccabili (Cider e Brome) aggiungono varietà stilistica e ludica. L'interfaccia è pulita, leggibile, e non invade mai lo spazio visivo, lasciando che l'azione parli da sé.



Il mondo di Absolum è vivo, mutevole, e riesce a trasmettere la sensazione di un regno in bilico tra rovina e rinascita. Non è solo un bel gioco da vedere: è un mondo che invita a essere esplorato.



Colpi che suonano, magie che cantano



Il sound design di Absolum è un altro punto di forza. Ogni colpo, ogni schivata, ogni incantesimo ha un feedback sonoro preciso, soddisfacente, che amplifica la sensazione di impatto. Le musiche accompagnano l'azione con brani dinamici, che si adattano al ritmo del combattimento e alle fasi della missione.



La colonna sonora alterna tracce epiche a momenti più intimi, con strumenti che richiamano l'immaginario fantasy senza cadere nel cliché. I temi del Re Sole Azra e della Radice Madre sono particolarmente riusciti, evocando rispettivamente oppressione e speranza. Anche il doppiaggio (disponibile solo in inglese, con testi localizzati) è di buon livello, con interpretazioni che danno spessore ai protagonisti e ai comprimari.



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La strada verso il Platino



Il percorso verso il Platino in Absolum è tutt'altro che banale. Il gioco propone una lista di trofei ben distribuita tra progressione narrativa, abilità in combattimento e scoperta dei segreti nascosti nel mondo di Talamh.



Non basta completare la campagna: bisogna padroneggiare ogni personaggio, affrontare sfide specifiche, e dimostrare una certa dose di perseveranza nelle run più impegnative. Alcuni trofei richiedono attenzione ai dettagli e una buona dose di esplorazione, mentre altri mettono alla prova la capacità di adattarsi alle varianti roguelite.



Il Platino non è impossibile, ma è pensato per chi vuole davvero immergersi nel gioco e scoprirne ogni sfumatura. E quando finalmente lo si ottiene, si ha la sensazione di aver domato un mondo che non fa sconti.




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17 ottobre alle 17:10