Bye Sweet Carole – Recensione
Un coniglio parlante, un orfanotrofio vittoriano, una ragazza in fuga e un mondo che sembra disegnato da un illustratore sotto morfina. Bye Sweet Carole, sviluppato da Little Sewing Machine e pubblicato su PS5 da Maximum Entertainment, è un gioco che non si accontenta di raccontare una storia: vuole disturbarvi, sedurvi e poi lasciarvi con un senso di inquietudine che non svanisce nemmeno dopo i titoli di coda.
Non è horror nel senso classico, non è platform nel senso stretto e non è nemmeno una visual novel. È un esperimento narrativo che mescola animazione tradizionale, gameplay stealth e una scrittura che sembra uscita da un diario bruciato. E funziona. Non sempre in modo impeccabile, ma con una coerenza artistica rara.
La corruzione sotto il velluto
La protagonista è Lana Benton, una giovane orfana che vive nel sinistro Bunny Hall, un istituto che sembra uscito da una versione gotica di Peter Pan. La sua amica Carole è scomparsa in circostanze misteriose, e Lana si ritrova coinvolta in un viaggio che la porterà nel regno di Corolla, un mondo parallelo popolato da creature antropomorfe, ambienti incantati e una minaccia viscida: la pece.
La narrazione si sviluppa come una fiaba corrotta, dove ogni elemento apparentemente innocente nasconde una verità disturbante. Il coniglio Mr. Kyn, guida ambigua e inquietante, incarna perfettamente questa ambivalenza: è al tempo stesso mentore, manipolatore e simbolo di un sistema che sfrutta l'innocenza per perpetuare il controllo.
Il gioco affronta temi maturi con sorprendente delicatezza: la perdita, il trauma, l'identità, la manipolazione. Lana non è una eroina nel senso classico, ma una figura che cerca di comprendere il proprio ruolo in un mondo che la vuole silenziosa. La sua evoluzione è sottile ma potente, e il finale – senza spoiler – riesce a essere emotivamente devastante senza cadere nel melodramma. La scrittura è ricca di sotto testi: si percepiscono echi di Alice nel Paese delle Meraviglie e Coraline ma anche riferimenti storici alla condizione femminile nell'Inghilterra edoardiana. Il gioco non predica, ma suggerisce. E questo lo rende più efficace.

Fuga, enigmi e tensione controllata
Dal punto di vista ludico, Bye Sweet Carole è un'avventura narrativa in 2D con elementi platform e puzzle. Il giocatore controlla Lana in ambienti disegnati a mano, esplorando, raccogliendo indizi, risolvendo enigmi e sfuggendo a minacce che non possono essere affrontate direttamente.
La meccanica principale è la fuga: quando una creatura ti individua, devi correre, nasconderti, trovare un percorso alternativo. Non ci sono combattimenti nel senso tradizionale del termine, niente attacchi diretti, armi o sistemi di combattimento attivo, questo contribuisce a creare una tensione costante. Il gioco non ti dà potere, ti dà solo scelte. E spesso sono scelte scomode. Gli enigmi sono ben integrati nella narrazione, anche se alcuni risultano meno ispirati. Ci sono momenti in cui il ritmo rallenta troppo, e la mancanza di varietà nelle meccaniche può pesare. Tuttavia, la coerenza tematica è tale che anche i difetti sembrano parte dell'esperienza: la lentezza, l'incertezza, la vulnerabilità sono elementi voluti.
Il sistema di controllo è semplice e funzionale, anche se in alcuni frangenti, soprattutto durante le fughe, si avverte una certa rigidità. La telecamera fissa e l'assenza di indicatori visivi moderni contribuiscono a creare un senso di spaesamento che, se da un lato può frustrare, dall'altro amplifica l'immersione. La durata dell'esperienza si attesta sulle 8–10 ore, con una struttura lineare ma arricchita da collezionabili e documenti che approfondiscono la lore. Non c'è rigiocabilità nel senso classico, ma il mondo di Bye Sweet Carole è talmente denso che una seconda run può rivelare dettagli sfuggiti.

Un incubo illustrato a mano
Il vero punto di forza del gioco è la sua direzione artistica. Ogni scena è disegnata e animata a mano, con uno stile che richiama l'animazione classica di Don Bluth e Disney, ma filtrata attraverso una lente gotica e disturbante. I colori sono saturi, ma mai allegri. I personaggi sembrano usciti da un libro illustrato per bambini dimenticato in una soffitta infestata.
Corolla è un mondo visivamente straordinario: foreste che sembrano vive, edifici che respirano, creature che oscillano tra il tenero e il terrificante. La pece, elemento ricorrente, è rappresentata come una massa pulsante, quasi organica, che contamina tutto ciò che tocca. È una metafora visiva potente, che si lega perfettamente al tema della corruzione.
Le animazioni sono volutamente imperfette, con movimenti che sembrano disegnati frame per frame da mani diverse. Questo contribuisce a creare un senso di instabilità, come se il mondo stesso fosse sul punto di collassare. È una scelta coraggiosa, che paga in termini di atmosfera. Il gioco ha ricevuto riconoscimenti per la sua direzione artistica, tra cui una menzione speciale al IndieCade 2025 e una candidatura ai Game Awards nella categoria “Best Art Direction”. È la dimostrazione che l'artigianalità può competere con la tecnologia, e che la visione conta più del budget.

Musica che sussurra, voci che graffiano
La colonna sonora di Bye Sweet Carole è composta da brani orchestrali che alternano momenti di quiete a esplosioni emotive. Non cerca di imporsi, ma di insinuarsi. I temi musicali sono costruiti per accompagnare, non per dominare. E questo li rende più efficaci.
Il doppiaggio è eccellente, con una voce narrante che apre il gioco in stile fiabesco, ma che presto si tinge di malinconia. Lana ha una voce dolce ma determinata, e gli altri personaggi, umani e non, contribuiscono a costruire un mondo sonoro coerente e coinvolgente. Mr. Kyn, in particolare, ha un timbro che oscilla tra il rassicurante e il minaccioso, perfetto per il suo ruolo ambiguo.
Anche il silenzio è usato con intelligenza: ci sono momenti in cui l'assenza di musica amplifica la tensione, lasciando spazio ai rumori ambientali e ai passi incerti della protagonista. Il suono della pece, una sorta di gorgoglio viscido, è uno degli elementi più disturbanti del gioco.
La strada verso il Platino
Bye Sweet Carole propone una lista trofei ben bilanciata, pensata per accompagnare il giocatore lungo l'intera esperienza senza richiedere sforzi eccessivi o grinding frustranti. Il Platino è accessibile in una singola run attenta, ma alcuni collezionabili e scelte narrative richiedono un minimo di esplorazione e curiosità. I trofei spaziano tra progressione della storia, interazioni ambientali e scoperte opzionali, con un paio di obiettivi legati a finali alternativi. Nulla di impossibile, ma nemmeno regalato: un Platino che premia chi si lascia coinvolgere davvero nel mondo di Corolla.
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