Extinction Rifts – Recensione Speedrun
Un pugno in grado di fermare i malvagi: è quello di Extinction Rifts, di cui vi parliamo nella nostra recensione. Sviluppato da QuByte Interactive, questo sparatutto in prima persona punta a farci rivivere le vibes del passato. Il tutto però cercando comunque di mettere in campo qualche idea innovativa.
Il potere nel palmo di una mano
Come la tradizione insegna, gli sparatutto in prima persona, soprattutto quelli con chiare ispirazioni retro, non hanno bisogno di particolari espedienti per lanciarci nell'azione. Solitamente bastano due righe, una minima spiegazione e un arsenale degno di questo nome. Sotto certi aspetti, anche Extinction Rifts non fa eccezione a questa regola, non proponendo ovviamente una storia stratificata alla Call of Duty.
La trama è molto basica: tre anni prima degli eventi di gioco, sulla terra sono apparsi dei misteriosi artefatti chiamati Monoliti. Mentre le nazioni dibattevano su quale comportamento adottare, un gruppo criminale militare chiamato New World ha rubato cinque di questi Monoliti, intenzionata a sfruttarne il potere. L'unica speranza è G-04, il protagonista del gioco, una sorta di Winter Soldier dall'indole aggressiva. Armato di uno strumento chiamato Adreno-Gauntlet, il nostro eroe è l'unico abbastanza potente da distruggere gli artefatti e fermare i malvagi.
Questo basta per lanciarci in cinque capitoli di difficoltà crescente (più un tutorial e una missione extra), in cui affronteremo i malvagi, il cui esercito annovera sia umani che droni e robot. G-04 potrà scegliere tra un totale di tre armi primarie, cinque secondarie e altrettanti oggetti speciali. Alcuni saranno disponibili da subito, altri andranno sbloccati giocando l'avventura. La varietà è tutt'altro che esagerata, senza contare che non sentiremo mai davvero il bisogno di cambiare equipaggiamento, complice una resistenza molto bassa dei nemici. Il gunplay è comunque piacevole e il sistema di hitbox preciso.

Il gameplay di Extinction Rifts
A livello di gioco, il titolo di QuByte Interactive è quanto di più classico ci si possa aspettare. Ci muoveremo in ambienti chiusi in stile Wolfenstein o Duke Nukem, abbattendo nemici a raffica. Potremo resistere a tre colpi, dovendo ricominciare il livello se moriremo. Potremo saltare, scattare anche a mezz'aria e ovviamente fare fuoco. G-04 avrà anche la possibilità di utilizzare le armi speciali e il suo guanto, per distruggere barriere e attaccare. Interessante il sistema di combo, il cui numero è sempre mostrato da guanto: avremo tre soglie (bianco, giallo e rosso) superate le quali il danno inflitto aumenterà.
Per poter distruggere il monolite alla fine del livello dovremo inoltre essere a livello arancio, con almeno 50 punti adrenalina accumulati. Potremo mantenere alto il contatore sia attaccando i nemici, sia colpendo bauli e oggetti inanimati simili a lanterne blu appesi o appoggiati a terra. Distrutto il Monolite, il livello terminerà. Tutto questo però non si traduce quasi mai in adrenalina: le sparatorie sono molto lineari e dilazionate, mentre la scarsa varietà dei nemici e delle ambientazioni renderà tutto monotono. A poco servono anche le brevi sezioni platform, se non a diluire ulteriormente l'azione.
Piacevole la colonna sonora, mentre quasi del tutto assente il fattore rigiocabilità. Sono presenti segreti da scoprire, ma probabilmente solo chi punta al Platino o chi è curioso di vedere tutti i finali riaffronterà le missioni. Gli altri si accontenteranno di una singola corsa, purtroppo non esattamente eccitante nonostante la buona volontà del povero G-04. Assenti anche modalità secondarie o sfide aggiuntive, lasciando ai giocatori solo la campagna in singolo.
Il Platino di Extinction Rifts
Seppur molto lineare, la lista trofei di Extinction Rifts non sarà esattamente semplice da completare. Dovremo infatti raggiungere 2000 punti combo, sbloccare ogni elemento di gioco, trovare tutti i segreti e non ultimo ottenere un grado S+ ed Extinction in ogni missione. Non esattamente una passeggiata di salute, soprattutto per chi è meno pratico di sparatutto in prima persona. Chi vorrà puntare al Platino dovrà essere rapido e preciso, così da conservare più adrenalina possibile.
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