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Dragon Quest I & II HD-2D Remake – Recensione

Dopo il terzo capitolo, Square Enix confeziona una nuova operazione nostalgia riproponendo Dragon Quest I & II in un pacchetto HD-2D Remake, di cui vi parliamo nella nostra recensione. I primi due episodi della saga tornano su console di nuova generazione, ricevendo un trattamento estetico e tecnico in grado di ringiovanirli senza però far venir meno la magia originale.



Blast from the Past



Ci sono dei momenti nella vita in cui un tuffo nel passato vale più di migliaia di momenti nel presente o viaggi nel futuro. Questo soprattutto per i videogiochi, in cui molto spesso riaffrontare avventure che ci hanno fatto battere il cuore da giovani surclassa esperienze che, seppur moderne, risultano piatte e prive di mordente. Ecco perché non dobbiamo stupirci se sempre più costantemente gli sviluppatori pescano a piene mani dal passato, per riproporre grandi classici adatti sia a far rivivere ai nostalgici antiche emozioni, sia a offrirle ai gamer più giovani.



In questo turbinio di ricordi, i giochi di ruolo sono quelli probabilmente invecchiati meglio, pronti ad essere riproposti arricchiti da una nuova veste grafica ma con storie sempre fresche e appassionanti. Ho in prima persona rivissuto con grande trasporto i primi due capitoli della saga di Suikoden (di cui potete leggere nella nostra recensione), sapendo però che il mio cuore è da sempre legato ad altre due serie storiche: Final Fantasy e Dragon Quest. Detto che la prima è stata oggetto di tantissimi rifacimenti e rivisitazioni, è sulla seconda che ci sono più lacune. Ammesso e non concesso che il mio capitolo preferito resta Dragon Quest VIII: L'Odissea del Re Maledetto, di cui ho letteralmente consumato il disco sulla cara vecchia PlayStation 2, è anche vero che non ho mai avuto modo di affrontare le prime avventure, uscite a fine anni Ottanta su Nintendo Entertainment System (o NES, se preferite gli acronimi).



Ecco perché ho accolto con grande entusiasmo sia la riproposizione del terzo capitolo, sia questa raccolta che include i primi due. Ancora una volta, Square Enix si è applicata per offrire ai giocatori numerose migliorie, cercando come detto nella nostra prefazione di lasciare intatta l'anima del gioco. Due avventure, accomunate dalla console originale su cui sono state pubblicate e dallo stile che richiama i classici JRPG a turni.



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La storia di Dragon Quest I & II HD-2D Remake



Trattandosi di due capitoli di una serie molto nota, non ci dilungheremo nell'analisi delle trame. Prima di parlarne però è bene sottolineare che Dragon Quest I e II sono sequenziali l'uno all'altro e narrano le vicende degli eredi dell'eroe Erdrick, di cui abbiamo potuto apprendere le gesta all'interno del terzo capitolo. Questo per sottolineare che la gestione di Square Enix delle uscite delle versioni Remake risulta ponderata nei minimi dettagli, per dare ai giocatori la corretta sequenza di eventi.



Torniamo a noi, e nello specifico all'originale Dragon Quest, in cui vestiremo i panni di un eroe solitario che dovrà sconfiggere un malvagio eremita autonominatosi Dragonlord. Nel farlo, dovrà anche salvare una principessa rapita e recuperare il mitico Light Orb. La storia prosegue 100 anni dopo in Dragon Quest II: Luminaries of the Legendary Line, dove ci troveremo a utilizzare tre personaggi. I principi di Midenhall, Cannock e Moonbrooke comporranno un elemento assente nel primo capitolo, ossia un party. Il gruppo punta a fermare il malvagio stregone Hargon, reo di aver distrutto il Castello di Moonbrooke. La storia è sicuramente più intrigante, pur mantenendosi comunque su canoni classici del fantasy. Per sconfiggere il malvagio sarà infatti recuperare cinque manufatti per creare il Charm of Rubiss, in grado di sconfiggere Hargon le sue illusioni.



Chi ama la narrativa tipica dei JRPG si sentirà decisamente a casa, scorrendo vari dialoghi a schermo che ci racconteranno gli eventi che prenderanno luogo. Dei due capitoli, il secondo risulta per ovvi motivi quello maggiormente coinvolgente e stratificato, sfruttando un mondo più vasto e la possibilità di coinvolgere non un solo eroe ma ben tre personaggi. Anche a distanza di quasi trent'anni, vi assicuriamo comunque che i primi due Dragon Quest non hanno nulla da invidiare alle opere moderne. Incredibilmente apprezzata, in questo senso, la localizzazione dei testi in italiano, per non perdersi nessun dettaglio.




Benvenuti nella current gen



Detto della trama, un occhio più critico va gettato sulle migliorie che sono state apportate ai due titoli. La modifica principale coinvolge il comparto grafico, che è stato completamente rivisto per offrire un'esperienza sì dal sapore retro, ma in grado di non rimanere eccessivamente ancorata al passato. Ancora una volta Square Enix si è affidata al cosiddetto stile HD-2D, già visto in Dragon Quest III e in remake come quello di Octopath Traveler. Questo sia per dare una linea di continuità, sia perché lo stile si adatta alla perfezione anche a questi due classici del passato.



Tutto è molto più pulito e luminoso, senza però sacrificare il fattore nostalgia. Se ricordate un certo elemento o specifiche interazioni del passato, le ritroverete tali e quali anche in questa versione riveduta e corretta. Ad aver subito piccole modifiche sono invece alcune linee di dialogo, per adattarsi al meglio al rifacimento del terzo capitolo. Niente comunque di drammatico, che lascerà ai nostalgici la magia di rivivere gli eventi. Parlando invece del gioco vero e proprio, questa versione Remake include un selettore di difficoltà, che permetterà di adattare l'esperienza alle proprie abilità. Giocare però al livello più semplice, che eliminerà la possibilità di game over, potrebbe far perdere di fascino all'esperienza.



Decisamente apprezzabili invece i cosiddetti miglioramenti “quality of life”, volti a rendere il gioco più fluido e gestibile. Avremo ad esempio salvataggi automatici dopo ogni combattimento, che eviteranno di perdere i progressi (e il denaro racimolato) in caso di problemi o game over. In Dragon Quest I inoltre il protagonista potrà affrontare gruppi di avversari, anziché un singolo nemico. Questo ridurrà il tempo di grind e renderà l'esperienza meno frustrante e con combattimenti esageratamente frazionati.



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Dragon Quest I & II HD-2D Remake: una coppia coi fiocchi



Quelle elencate non sono ovviamente le uniche modifiche che il team ha apportato alle opere originali. Per venire in soccorso ai giocatori sono infatti ora attivabili dei waypoint opzionali, ossia indicatori che mostreranno il successivo obiettivo da raggiungere. Si tratta di una modifica semplice ma radicale, per aiutare chi è meno avvezzo ai JRGP a destreggiarsi nelle varie aree. Nel primo Dragon Quest inoltre sarà possibile raccogliere le Pergamene, che ci permetteranno di apprendere incantesimi e di fatto personalizzare il nostro eroe. Potremo anche dare la caccia alle Mini Medaglie, presenti anche nei capitoli moderni: variazioni che aggiungono pepe all'esplorazione senza renderla mai frustrante.



Nonostante l'impegno profuso dal team, è doveroso specificare che alcuni problemi storici delle due opere permangono. In particolare, nonostante la difficoltà e il numero di incontri sia stato ribilanciato, sarà comunque necessario molto spesso dedicarsi al grind sia per migliorare il proprio eroe o il team, sia per accumulare denaro necessario ad acquistare nuovo equipaggiamento.



Ottimo come già specificato il lavoro svolto a livello grafico, con il passaggio al sistema HD-2D che porta in dote la tridimensionalità delle ambientazioni. Ottimi anche gli sprite dei personaggi e dei nemici, che faranno bella mostra di sé sugli schermi delle nostre TV. Un eccellente lavoro è stato svolto anche per la mitica colonna sonora di Koichi Sugiyama, che include pezzi diventati storici per la saga, riarrangiata in versione orchestrale e accompagnerà ancora più piacevolmente le nostre avventure nel regno di Alefgard. Insomma, ogni tassello è al suo posto per godersi al meglio questi due capitoli e completare la saga di Erdrick.



Il Platino di Dragon Quest I & II HD-2D Remake



Due giochi e una sola lista trofei: questa la decisione per Dragon Quest I & II HD-2D Remake, che propone ai cacciatori la bellezza di 48 coppe da sbloccare, Platino compreso. Le sfide sono ripartite tra i due Dragon Quest, con richieste che vanno dalla raccolta di oggetti all'ottenimento di tutte le abilità. Per ottenere l'ambita coppa blu, sarà necessario esplorare ogni angolo dare fondo alle proprie abilità di giocatori di ruolo. L'assenza però di trofei legati alla difficoltà vi permetterà di rendere il tutto meno frustrante di quanto si possa pensare.




L'articolo Dragon Quest I & II HD-2D Remake – Recensione proviene da PlayStationBit 5.0.

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11 novembre alle 17:10