Fear Effect – Recensione Speedrun
È proprio difficile iniziare la recensione di un videogioco di venticinque anni fa, perché tutto sommato, questo porting di Fear Effect è lo stesso identico gioco che già fu. Si parla della trama? Nah. Quindi si parla del lavoro di restyling grafico? Nah. Parliamo dunque del gameplay migliorato? Neanche. E di cosa parleremo quindi? Di un titolo che va assolutamente riscoperto, del destino nefasto della serie e di altre cosette che scoprirete, a malincuore, leggendo questa rapida recensione. Pixel in spalla, si parte in compagnia di Hana, Jacob e Royce per una pericolosissima missione di salvataggio.
Effetto Nostalgia
Un piccolo focus sulla trama va assolutamente fatto per i nuovi arrivati, che magari colpiti dalla pubblicazione di questo porting si vorranno lanciare all'avventura, o per chi nel passato ha già vissuto e vuole solo ripercorrere la strada della nostalgia. Wee Ming Lam, figlia del boss della Triade di Hong Kong viene rapita e tre portentosi mercenari verranno inviati in missione per salvarla, senza essere pagati. Questo non dissuaderà i tre, che, tramando alle spalle del boss, puntano al ricatto dopo il salvataggio. Non solo mercenari rivali, criminali e loschi figuri, a bloccare il cammino dei tre protagonisti, il giocatore si ritroverà davanti anche a mostri e risvolti paranormali. Preparatevi, però, alla totale assenza della lingua italiana. Qui si ritorna in piena epoca PlayStation One, compresi i limiti tecnici del periodo.
A differenza, però, della versione originale, questo porting di Fear Effect sarà tutto su un unico supporto, disco o digitale, senza quindi lasciarvi al cambio disco e simili operazioni. Il titolo resta, sicuramente, un videogioco da recuperare per chi ne ha sentito parlare e non ha mai voluto percorrere la strada dell'illegalità. Questa operazione nostalgia a tutti gli effetti vi farà vivere l'avventura originale senza modifiche alcune, pochissime migliorie e tutta la spettacolarità di quella che era una delle avventure dinamiche più all'avanguardia del periodo.

Tutto come dovrebbe essere, circa
Fear Effect (porting), non ha pressoché nulla di differente dalla sua controparte originale. Resta invariato il comparto grafico, con un pizzico di upscaling durante le cutscene, ma la solita caoticità delle sequenze giocate, dove alcuni pixel si fondono ad altri, rendendo tutto una sorta di trip allucinogeno per chi non ha ben chiara la risoluzione della prima PlayStation.
Resta invariato anche il gameplay, compresi enigmi veramente difficili e gestione di inventario e risorse troppo macchinose. Il combattimento sarà caratterizzato da uso di armi a distanza e un coltello per eliminare in modo silenzioso i nemici ignari. A dare l'ok per le uccisioni ci sarà un segnale a forma di mirino che comparirà in alto, a indicarci se è il momento di attaccare o meno a seconda del colore. La salute sarà gestita dal Fearometro, ovvero un indicare che cambierà colore in base ai danni subiti, al fallimento dei puzzle e simili. Di conseguenza ritornerà verde se si aspetterà il giusto tempo, si elimineranno nemici o si risolveranno i puzzle nel migliore dei modi. Restano invariati anche i comandi, che renderanno l'esperienza estremamente macchinosa, proprio come era nel 2000.
Cosa troviamo di nuovo, quindi in Fear Effect? Solamente il pannello di controllo del menù di pausa che ci permetterà di salvare e caricare nel posto esatto in cui siamo, riavvolgere gli ultimi momenti di gioco e modificare alcune delle impostazioni in relazione ai comandi, generalità audio e video. In parole povere, purtroppo, questa operazione di Limited Run risulta essere alquanto povera sotto ogni punto di vista. Fear Effect, però, resto un ottimo titolo del suo tempo che dovrebbe passare per le librerie di chiunque.
Il Platino di Fear Effect
Benvenuti alla sezione più amata dai cacciatori di trofei. L'elenco dei trofei di Fear Effect potrebbe risultare ostico ma con il giusto escamotage si potrà risolvere la situazione nel migliore dei modi. Come dicevamo poc'anzi, tramite il pannello di controllo si potrà riavvolgere il gioco infinite volte senza particolari danni collaterali, questo cosa significa? Che i trofei del terminare il gioco senza game over, non subire danni durante una boss fight e volendo, anche della speedrun, saranno ostacoli facilmente scavalcabili. Superate queste sfide, non vi resta che finire il gioco e sbloccare tutte le altre coppe che naturalmente vi si presenteranno davanti. Fatto questo non vi resta che sfoggiare una nuova, fantastica e vintage coppa di Platino in bacheca. DING!
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