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SimoRovo il minchione

ha scritto una recensione su Demon's Souls

Cover Demon's Souls per PS3

Alla ricerca della Pietralama Pura

Strana creatura Demon’s Souls: quello che alla fine viene sempre spacciato una sorta di dimenticato antenato di uno dei titoli più idolatrati della settima generazione, Dark Souls, è invece ancora oggi un prodotto memorabile che ha fatto della brutalità del suo mondo di gioco la più appuntita freccia al suo arco. Brutalità che non si ferma alla rappresentazione di un mondo sanguinario e privo di ogni forma di speranza ma che sconfina come sottolineato dalla splendida retrospettiva di Rexailos (che invito tutti a leggere per avere un’idea chiara sul miracolo che è stato la produzione di questo titolo) in un gameplay che all’epoca come ancora oggi da del filo da torcere anche agli utenti più navigati.
Quella di Demon’s è un’avventura oscura, che fa del macabro e della desolazione i propri punti di forza assoluti, rimasti intoccati dal passare inesorabile del tempo. L’atmosfera che si respira è marcia e soffocante in ciascuna delle cinque Arcipietre che bisogna completare, ognuna un microcosmo unico con una propria storia ormai conclusa da rispolverare. e la scelta di creare un universo suddiviso in macroaree si è rivelata vincente, poiché ha permesso agli sviluppatori di mostrare sfaccettature del regno di Boletaria, soffocato dalla nebbia come una Silent Hill medievale, senza perderne in coerenza interna, curandone all’inverosimile il level design (veramente perfetto, da applausi) e la narrativa ambientale: si passa dal farsi strada tra i cadaveri della fortezza di Boletaria al districarsi dall’infernale labirinto, buio e sanguinolento, della prigione di Latria fino a giungere alla Valle della Corruzione, ad oggi una delle ambientazioni migliori che mi sia capitato di vedere in un videogioco tra insetti giganteschi, baraccopoli e malati di peste e lebbra pronti a tutto pur di avere un minimo sollievo dalle loro torture. In questo senso Demon’s assomiglia tantissimo al Berserk di Miura, dove l’elemento fantastico serve a donare un’aria misteriosa e onirica a un titolo che, altrimenti, sarebbe più difficile da digerire di quanto non sembri in apparenza.
Demon’s è anche un ottimo esempio di metanarrativa fatta come l’Antico comanda. Proseguendo per le lande desolate di Boletaria con l’obiettivo di sterminare i Demoni verremo bombardati di interrogativi sulla bontà effettiva della nostra crociata e sulla vera causa del disastro in atto. È veramente una quest eroica quanto sembra in superficie? Ogni morte subita e inflitta vale effettivamente la pena? Interrogativi, questi, culminanti nella conclusione meravigliosa della Valle della Corruzione, momento di una potenza evocativa rara che fa passare alla perfezione il messaggio: qui nessuno è un campione di virtù, ci sono solo sconfitti e sta al giocatore capire chi è che ha perso maggiormente. Se ne parla decisamente poco, ma l’aspetto narrativo di Demon’s Souls è un lato essenziale del titolo che vale la pena sottolineare.
Mi soffermo meno sul versante del gameplay poiché estremamente simile a quanto visto nei successivi capitoli della saga, un dungeon crawler particolarmente punitivo molto veloce e vario negli approcci forniti al giocatore per pulire le mappe, brulicanti di infamate piccole e grandi pronte a scannarlo senza tante remore; meritano tuttavia una menzione particolare le boss fight, la cui qualità è estremamente altalenante (si passa da scontri meravigliosi come i Maneater e Maiden Astraea a pattume senza appello come il Dio Drago o il Monaco) ma che spiccano per il loro approccio maggiormente da rompicapo rispetto a quanto ci ha abituato FROM SOFTWARE, e la World Tendency, sistema di karma unico nella serie di Miyazaki ma estremamente fallato, criptico e mai più corretto in seguito. È estremamente interessante e stimolante giocare con l’allineamento di ogni Arcipietra per modificare eventi, nemici e level design, tuttavia è bene notare come nessuna meccanica che regola la Tendenza sia spiegata in-game e che quindi essa possa sembrare quasi casuale fino a che non ci si informa altrove.
In generale, Demon’s Souls come spesso accade nei primi capitoli di saghe di grande fortuna è coperto da uno spesso strato di sporcizia (Perché potenziare ogni arma è un parto trigemellare? Perché per il farming di alcuni materiali devo metterci lo stesso tempo che impiegherei per finire Persona 3? Perché non potere schivare nel fango ti è sembrata una buona idea, pazzo malato di un Miyazaki?). Tuttavia, tutti i difetti legati alla sua ormai veneranda età o a scelte di design infelici crollano come un castello di carte di fronte a quello che fa bene; Demon’s Souls, in virtù di una formula di gameplay sempreverde, di un mondo di gioco meraviglioso messo in scena divinamente, di un’atmosfera tra le migliori di cui si possa fare esperienza grazie alla grafica grezza, alla perfetta soundtrack (fiati ovunque!), ai colori smorti, è comunque uno dei miei titoli preferiti della saga e si merita tutta la fama che fortunatamente ha ottenuto.

8.5

Voto assegnato da SimoRovo il minchione
Media utenti: 8.7 · Recensioni della critica: 8.7