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SimoRovo il minchione
Cover Ratchet & Clank Future: Tools of Destruction per PS3

L'ultimo dei Lombax... credo...

Tools of Destruction, per essere il primo capitolo della saga di INSOMNIAC su PS3, non è propriamente il migliore dei biglietti da visita. È un bel gioco? Certo, nessuno lo nega: è sicuramente un prodotto divertente e rifinito quanto basta. Ma dopo un primo capitolo meraviglioso, un secondo capitolo ancora migliore, un terzo che perfezionava la formula di shooting (pur con le criticità che ho segnalato nei dovuti spazi) e un DEADLOCKED che alzava l’asticella ai massimi storici la strada sembrava spianata per un prodotto che facesse tesoro di tutti i miglioramenti che la saga aveva avuto fino a quel momento, complice anche il salto di hardware importante, e così non è stato.
Probabilmente a chi ha giocato i Ratchet in giovane età non sembra, ma l’aspetto narrativo nella quadrilogia classica per PS2 era importantissimo. Ratchet era un normalissimo Lombax infilatosi col suo amichetto robotico in una situazione molto più grande di lui e costretto a fare i conti col sistema ipercapitalista che governava la galassia. L’ironia era cattiva, pungente, e i giochi nonostante il target giovane erano scritti con gusto e si fanno ancora oggi apprezzare soprattutto da un pubblico più adulto (alla cattiveria del piano di Drek o delle azioni della Megacorp, da piccini, non ci si fa molto caso). Inoltre, senza necessità di incredibili cutscene iperprodotte o di spiegoni infiniti ogni pianeta sul quale mettevamo le nostre pelose zampe era perfettamente caratterizzato dagli abitanti che lo popolavano, generalmente anche loro assorbiti dallo stesso consumismo sfrenato sul quale gli sceneggiatori ironizzavano pesantemente, con risultati fantastici. QUI… OOF…
ToD narrativamente parlando è mediocre, di quella mediocrità che fa male. Non mancano i lati positivi ovviamente: il tema piratesco è simpatico (per quanto mi faccia venire in volto un sorriso acido il fatto che il fulcro della trama sia un’idea che Ratchet 3 prendeva per il culo per quanto fosse fuori posto nell’universo narrativo del Lombax, ma facciamo finta che ce lo siamo dimenticati tutti), la comicità di tanto in tanto funziona quando si focalizza maggiormente sull’aspetto slapstick e Qwark fa sempre la sua porca figura. È evidente tuttavia il cambio di rotta della serie da qui in avanti, che perde i propri tratti tematici identitari fino a quel momento per andare verso l’approccio da blockbuster hollywoodiano; questo non sarebbe un problema, se non fosse che la trama è scritta col culo (non penso ci sia molto da argomentare, basta vedere il retcon idiota sul fatto che Ratchet sia l’ultimo della sua razza quando nel 2 incontriamo un individuo, e poi ricordarsi che per scrivere una sceneggiatura di solito ti pagano) e i personaggi sono orribili, a partire dai comprimari per arrivare all’antagonista che potrebbe anche non esserci per quanto è inutile, a cui si deve aggiungere la totale assenza di incontri con gli abitanti dei pianeti, sostituiti con un cacciatore di taglie e un pappagallo la cui unica funzione è essere un plot-device per mandare avanti la trama. Alla fine, ToD è un melodrammone che per propria fortuna si salva con un triplo salto carpiato grazie al gameplay ottimamente rifinito (sul quale non mi dilungherò, in quanto già affrontato altrove). Squadra che vince non si cambia, il titolo si gioca esattamente come Ratchet 3 ma impreziosito dal graficone permesso dal nuovo hardware: tantissima roba a schermo (Metropolis è un’orgia visiva), animazioni magnifiche, ottimi effetti di luce, il tutto condito dai soliti 60fps che fanno di questo gioco un piacere unico pad alla mano (a differenza di quella spazzatura che è il reboot, ma ci arriveremo, e lì scorrerà il sangue). Inoltre, ToD ritorna sulla retta via rispetto ad Up Your Arsenal con un level design più stratificato e un bilanciamento migliore di armi e nemici.
In sintesi, Tools of Destruction resta un buon gioco, soddisfacente e fluidissimo da giocare, tuttavia privo di molti degli elementi che avevano fatto fare il salto di qualità agli altri capitoli da buoni giochi a classici del genere. Un piccola delusione.

6.5

Voto assegnato da SimoRovo il minchione
Media utenti: 8.7 · Recensioni della critica: 8.6