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SimoRovo il minchione

ha scritto una recensione su Mega Man X6

Cover Mega Man X6 per PSX

Piratarlo é un dovere

Questo gioco é talmente una merda che mi ha fatto riesumare Ludomedia solo per scrivere quanto fosse una merda. Se mi trovassi in terapia intensiva in stato comatoso e qualcuno ci stesse giocando vicino mi sveglierei solo per cagare sulla console e tornerei in coma.

2

Voto assegnato da SimoRovo il minchione
Media utenti: 7.4

SimoRovo il minchione

ha scritto una recensione su Agent Intercept

Cover Agent Intercept per Nintendo Switch

Il mio nome é Bond, James Bond

Recensione completa: https://www.ilvideogioco.com/2022/04/06/ …

Agent Intercept è un prodotto semplice e divertente, che riesce a dare il meglio di sé in mobilità. Originariamente su mobile mentre oggi, tra le altre cose, anche su Switch. Per quanto l’impressione generale sia quella di un’idea non pienamente sfruttata, la creatura di PikPok si rivela l’ideale per sessioni di gioco brevi e spensierate. Nelle quali potremo vivere le fasi più emozionanti e movimentate dei film spy movie. All’opera, agente.

7

Voto assegnato da SimoRovo il minchione
Media utenti: 7 · Recensioni della critica: 8

SimoRovo il minchione
Cover Shin Megami Tensei IV per 3DS

Peccati coperti dalla veste della virtù

Cosa succederebbe se si portassero Ordine e Caos, concetti tanto vaghi quanto sfaccettati, alle loro estreme conseguenze? L’uomo può affidarsi totalmente all’uno o all’altro, senza riconoscere il valore degli opposti? Sono tutte utopie irraggiungibili destinate a fallire ciclicamente, in un eterno ritorno da cui l’uomo non può liberarsi? Tutte domande a cui il gigantesco Shin Megami Tensei IV prova a dare risposta, ritornando nel setting alle atmosfere che avevano caratterizzato i primi storici capitoli per SNES dopo le meravigliose parentesi di Nocturne e Strange Journey: orrore, esoterismo, mitologia e cyberpunk tutto mescolato a dovere in un calderone eterogeneo di influenze e guizzi di scrittura di cui si potrebbe parlare per giorni trovando sempre nuovi spunti. Tuttavia, la strada battuta della Tokyo centro di ogni calamità naturale del mondo conosciuto viene presa molto alla lontana. E preparatevi perché sarà una strada dannatamente lunga.
Ci troviamo nel regno dell’Est di Mikado. Il giorno del suo diciottesimo compleanno Flynn, assieme ai quattro giovani Isabeau, Walter, Johnatan e Navarre, diventa Samurai scelto del regno, incaricato di combattere i demoni nelle grotte di Naraku imbrigliandone il potere tramite il Demon Summoning Program. Eventi estremamente drammatici portano i nostri ad addentrarsi sempre più nelle profondità delle grotte, fino a raggiungere con sgomento e terrore la sommità della città di Tokyo, rivestita da una cupola di pietra. La Tokyo di SMT4 è sporca, deturpata e razziata da umani e demoni indistintamente; l’anarchia e la barbarie regnano sovrane e i pochi civili superstiti sono costretti a nascondersi nei distretti sotterranei, protetti dai Cacciatori di Demoni e dai membri dell’Ashura-Kai. Con la scoperta di Tokyo inizia una titanica avventura che ci porterà ad esplorare i meandri della bestialità umana e degli eccessi dei due allineamenti, e posso dire che sul piano narrativo il titolo è meraviglioso in ogni suo aspetto, un horror puro come se ne vedono raramente nel panorama del gioco di ruolo orientale condito da vette di sadismo e lirismo rare.
Prima ancora che la storia di due realtà SMT4 è una storia di personaggi. Molto distanti dalla caratterizzazione adottata in Nocturne -gusci vuoti riempiti dall’ideologia che arrivano a seguire ciecamente che si sviluppano in maniera indipendente dal giocatore, in pochissime scene chiave- i comprimari si interrogano continuamente sul peso delle loro azioni e il loro sviluppo avviene perennemente a schermo, contribuendo così a creare empatia. Si cresce con loro e si osservano in tempo reale gli eventi che plasmano i loro ideali e che portano loro a scegliere con quale filosofia allinearsi. Particolarmente riuscita è la rivalità tra i due amici Johnatan e Walter, il primo riflessivo e pronto al sacrificio personale per il bene superiore, di nobile casata, il secondo consapevole della staticità del regime di Mikado e pronto a qualsiasi cosa pur di sovvertire un mondo che costringe gli uomini a nascere e morire poveri e ignoranti, senza possibilità di cambiamento. Sebbene gli intenti di entrambi siano lodevoli lo zelo li porta a farsi portavoce di incarnazioni estreme dei rispettivi ideali, con conseguenze dolorose per loro e tutti i comprimari. Mi fa strano dirlo ma SMT4 è terribilmente potente sul piano emotivo. È una potenza diversa da altri titoli della saga, insolita e toccante: non è la soverchiante desolazione di Digital Devil Saga, non è il terrore assoluto di Strange Journey, non è la solitudine di Nocturne. L’orrore implicato in molte situazioni, nonostante la morigeratezza di Kaneko e soci nel mostrare scene forti, tocca visceralmente l’animo ed è riuscitissimo, forse più che nella maggior parte dei titoli a tema orrorifico degli ultimi anni grazie a una commistione perfetta di ambientazioni sporche, artwork grotteschi e deformi e performance attoriali di alto livello. Momenti come la scoperta delle Reverse Hills, la condanna capitale del Samurai Nero e gli stupendi scontri finali non si dimenticano facilmente, soprattutto se realizzati con tale estro nonostante le possibilità limitate di una console come il 3DS. Nel momento della scelta fatidica, separarsi dai propri compagni di viaggio è stato più doloroso di quanto mi aspettassi all’inizio. Veramente spettacolare.
Unico neo della messa in scena è il design molto, moltissimo, troppo eterogeneo di demoni e personaggi, affidato non più alle cure quasi esclusive di Kaneko ma a una troupe di artisti nuovi per la saga (tra i quali Doi, nuova figura artistica di punta). Il risultato è estremamente altalenante, tra alcuni particolarmente interessanti, altri molto belli ma fuori personaggio (Lucifero aka Squiddy) e altri totalmente fallimentari (Napaea, Sanat). Un grosso meh.
Merita una sezione a sé la titanica colonna sonora composta da Ryota Kozuka. Senza esagerazione, è tra i dieci migliori accompagnamenti musicali mai prodotti per un videogioco, porco mondo, direi anche tra i cinque migliori. Nulla, nessun momento di questa stupenda esperienza ludica avrebbe lo stesso impatto viscerale se l’opera fosse stata affidata a un personaggio diverso. Kozuka è un mostro. Gli scontri, dai più insignificanti ai più impegnativi, sono accompagnati, anzi sotterrati da un caos devastante e controllato di campane tubolari, distorsioni, feedback, percussioni violentissime e muraglie di sintetizzatori che pompano l’adrenalina a mille o mirano a instillare puro terrore: non spendo nemmeno parole sulle migliore boss theme mai composte, Battle B2 e C3, ma se volete provare il terrore acustico provate B6, tema di Merkaba accompagnato da organi marziali che annunciano morte, e B8, tema di Lucifero in cui probabilmente otto persone incazzate si son divertite a suonare bidoni e motoseghe per quattro minuti. L’ambient minimale, seguace della migliore tradizione silenthilliana con strumentazioni inaspettate regala momenti di genuina ansia e accompagna perfettamente gli ambienti luridi, rugginosi e distrutti della Tokyo cyberpunk degli orrori qui rappresentata. Non mancano le citazioni colte, come ottimi remix di celebri pezzi di Meguro e Masuko e stupende rivisitazioni dei leitmotiv dei vari allineamenti (su tutti quello della Neutralità, che evoca con sobrietà la calma e la determinazione necessari per portare a termine una cavalcata così frustrante, ndr). Kozuka, non contento di aver già creato un capolavoro, ha deciso di mettere mano ai temi dell’overworld, e così ha sfornato due ulteriori miracoli, il primo Infernal Tokyo, pezzo dall’ispirazione gothic che da solo vi farà cambiare idea sull’intraprendere la via del Chaos, il secondo Tokyo, che entra di prepotenza tra i migliori pezzi di musica per videogiochi che io abbia ascoltato.
Per farla breve, se questa OST fosse una donna io sarei un simp, Kozuka è un dio e l’impatto che i pezzi composti per l’occasione hanno sull’esperienza ludica è inimmaginabile. Provare per credere.
Ora, mi son reso conto che ho speso circa mille parole a parlare di aspetti extraludici: questo per dire che lato gameplay il gioco potrebbe essere una schifezza à la Drakengard ed essere comunque un’esperienza degna di essere giocata dall’inizio alla fine. Fortunatamente, per chiunque abbia un minimo di esperienza sul campo, questo non è Drakengard ma SMT, probabilmente la serie di giochi di ruolo orientali più consistentemente solida sul piano del combat system di cui si abbia memoria. SMT4 si pone sullo stesso solco degli altri capitoli post-Nocturne, introducendo tuttavia alcune novità che rendono l’esperienza finale meno rifinita e compatta rispetto ai predecessori. In primis, il sistema di smirking. Non starò a rispiegare come funziona il press turn per la quarta volta, basti sapere che è meraviglioso come al solito. Ciò che NON funziona, invece, è lo stramaledetto smirking, una chance randomica che i personaggi hanno di andare in berserk in seguito a un critico o azioni difensive particolari: chi è in questo stato diventa fondamentalmente invulnerabile fino alla sua prossima azione che, in caso di attacco, avrà una percentuale del 100% di critico. La meccanica purtroppo è terribilmente sbilanciata e rende gli scontri delle fasi tarde di gioco, generalmente piuttosto tranquille per gli standard della serie, eccessivamente dipendenti dall’RNG: una boss fight semplicissima può diventare un incubo a causa di una resistenza di cui si è ignari o di un critico al momento sbagliato, terribile scivolone di un titolo altrimenti meraviglioso.
La seconda critica che mi sento di muovere è la gestione della Neutral route. Per quanto sia, per usare un termine di noi GGGIOVANI, “epico” ottenere una sorta di finale segreto con annessi boss di entrambe le route da massacrare come bestie al macello… non potevano pensare a una rottura di coglioni maggiore, maledetto il clero. Dover completare una grande porzione del contenuto secondario, ovviamente non segnalata perché sia mai conoscere quel che si deve fare in un SMT, è probabilmente la peggiore scelta di game design che si potesse fare, una semplice perdita di tempo che nel migliore dei casi ricompensa il giocatore con qualche boss di buon livello in più che verrà probabilmente smaltato dal giocatore in 0.2 secondi.
Detto questo, ho speso parole soprattutto per i difetti ludici perché, alla fine, il gameplay è quello, e funziona come al solito magistralmente. Sì, ci sono le pecche, ci sono le pesantezze e ci sono le palesi cazzate -alleati scelti casualmente, world map difficilmente leggibile, etc.- ma di fronte al resto impallidiscono. In virtù dei suoi pregi enormi e delle emozioni che mi ha lasciato Shin Megami Tensei IV è un classico moderno, e un esempio da manuale su come creare un ottimo gioco di ruolo giapponese.

8.5

Voto assegnato da SimoRovo il minchione
Media utenti: 8.7 · Recensioni della critica: 8.4

SimoRovo il minchione

ha scritto una recensione su Jet Set Radio

Cover Jet Set Radio per PC

Miller Ball Breakers [QUICKIE]

Questo gioco mi confonde. Non posso negare di amare l'aspetto estetico, per un titolo di venti e passa anni fa é mostruoso: il cel-shading é divino ancora oggi, le animazioni esagerate danno una personalità assurda al tutto, le ambientazioni sono perfette per l'atmosfera "street" del titolo. Non dimentichiamoci ovviamente della musica che é una madonna totale, tra le migliori colonne sonore del periodo e non solo (citerei i pezzi ma essendo una recensione flash non mi ci metto). D'altro canto, il gameplay é grezzissimo e non posso negare che son più le volte in cui mi son sentito frustrato di quelle in cui mi son divertito effettivamente, vuoi per incapacità mia in parte, vuoi per ovvie magagne che son state sicuramente perfezionate in Jet Set Radio Future, ma mi é piaciuto ugualmente e qualche partitina me la farei ancora.
In conclusione, magari non mi ha entusiasmato molto ma é un classicone e a livello estetico-musicale é una bomba atomica.
Da giocare.

7.5

Voto assegnato da SimoRovo il minchione
Media utenti: 8.6 · Recensioni della critica: 7.8

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