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Slaine

ha scritto una recensione su Sekiro: Shadows Die Twice

Cover Sekiro: Shadows Die Twice per PC

Katane & bestemmie

Ho preso sto giochino aspettandomi da From il solito souls ma ami avrei pensato di trovarmi davanti un gioco realizzato così bene e con meccaniche estremamente distanti da quelle di Dark Sousl o Bloodborne.
Sono praticamente cresciuto giocando con i titoli Fromsoftware, Armored Core, Eternal Ring Tenchu, Dark Souls, ho adorato ogni suo titolo (nel bene e nel male) e praticamente acquisto quasi qualsiasi titolo che viene sfornato da loro senza leggere recensioni o guardare gameplay e non sono mai rimasto deluso se non in pochissimi casi.
Sekiro non mi convinceva molto è la verità, ero sicuro fosse un buon gioco ma sinceramente non avevo voglia di giocare all'ennesimo souls quindi ho posticipato l'acquisto fino a settimana scorsa, il tempo di scaricare il gioco e dopo poche ore stavo già ai comandi di Lupo.
Sin dai primi minuti ho capito che avevo tra le mani un prodotto diverso dai dark Souls, le prime bestemmie sono volate non contro il gioco ma contro la mia recalcitranza all'acquisto di questo gioco al D1.

Il gameplay è un misto tra action puro e stealth.
Il fine del gioco è quello di trovare il signore a cui il nostro personaggio ha giurato obbedienza, per farlo dovremo esplorare una mappa che può essere esplorata a piedi o sfruttando una sorta di rampino innestato sul nostro braccio, questo interessante oggetto ci permette non solo di facilitare l'esplorazione dell'area ma anche di pianificare agguati contro i numerosi nemici che infestano l'area di gioco.
Lo stealth all'inizio del gioco è quasi fondamentale perchè le risorse di Lupo sono poche, dalla nostra all'inizio avremo solo una katana e una fiaschetta che ci permetterà di curarci una sola volta, l'unico modo poi per potenziare il personaggio è quello di sconfiggere miniboss e boss all'interno del gioco quindi inutile dire che la difficoltà di Sekiro è molto superiore a quella di un Souls normale e il giocatore per poter proseguire nel gioco deve imparare al più presto le meccaniche di parata e schivata alla perfezione se si vuole proseguire con il gioco.
Per sopravvivere al gioco comunque oltre alla nostra fidata spada avremo anche delle protesi shinobi potenziabili in svariati modi e che al costo di qualche punto "magia" contribuiranno a toglierci dai guai in svariate occasioni usandole come arma a lungo raggio contro cecchini o per sfondare gli scudi di nemici particolarmente codardi oppure usando la protesi come scudo o per stordire o distrarre il nemico.
Va poi detto che stavolta gli sviluppatori sono riusciti a realizzare un gameplay solido e preciso. Parare, schivare e attaccare è appagante, quando si prende la mano gli scontri con boss e miniboss diventano una sorta di bellissima coreografia creata dal giocatore che para e risponde agli attacchi del nemico.
I combattimenti sono veloci e molto tecnici, la vittoria è sempre legata alla bravura del giocatore e se un colpo raggiunge il nostro Lupo stavolta non potremmo dare la colpa a imprecisioni nel combat system o attacchi e prese wireless che ci colpiscono a distanza.

Graficamente parlando siamo a qualcosa di mai visto nei Souls.
Le ambientazioni sono esplorabili in lungo e in largo grazie al nostro fidato rampino, le aree si ricollegano tra loro in modo perfetto e se osserviamo bene la zona intorno a noi potremmo scorgere aree precedentemente visitate o aree da visitare il tutto senza subire caricamenti di sorta proprio come succedeva in Dark Souls o Bloodborne.
Gli ambienti di gioco sono curati e anche se in modo un poco distorto riproducono in modo sorprendente il Giappone del 1500 con i suoi castelli, villaggi e monti sacri regalando al giocatore mappe sempre diverse tra loro ricche di particolari e colori.

Anche se Sekiro mi ha conquistato non mi sento di consigliarlo a tutti a occhi chiusi.
All'inizio andare avanti è difficile, riuscire a prendere confidenza con le meccaniche del gioco può essere frustrante se si parte dicendo "in Dark Souls faccio così, devo farlo anche in Sekiro", gli scontri con i boss sono impegnativi e molto spesso si concludono con la nostra morte per una banale disattenzione, ci sono poi alcune aree punitive che tirano fuori il peggio di ogni giocatore (come i cecchini nella Forra).
L'appagamento che regala il gioco dopo averne assimilato le meccaniche però è qualcosa di meraviglioso. Sconfiggere un boss parando e schivando ogni suo attacco ripaga tutti gli sforzi fatti fino a quel momento e sprona a fare ancora meglio.