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Trobar clus

ha scritto una recensione su Tales of Berseria

Cover Tales of Berseria per PC

Ridateci la mappa del mondo

I giochi giapponesi cercano di copiare sempre più spesso i titoli occidentali.
Mi sembra che questo avvenga soprattutto per quanto riguarda i giochi di ruolo. Ricordo ad esempio l'impostazione di Final Fantasy XV, che era molto simile a quella di The Witcher 3, per dirne uno. La serie di Tales of si è mantenuta invece abbastanza fedele a se stessa, ma ha deciso che il mondo di gioco doveva essere un insieme di aree collegate fra loro, forse per dare l'idea di esplorare un pianeta sconfinato ed immenso. Via la mini mappa, quindi, forse perché ritenuta troppo vetusta. Adesso lo spostamento del giocatore lungo le mappe è molto più diretto e avviene quasi in scala reale.
Peccato che la sensazione sia quella di camminare in un parco giochi. Il mondo di Berseria è piccolo e realizzato in maniera abbastanza approssimativa. La pianura di Aldina vorrebbe essere un luogo sconfinato, ma mi basta affacciarmi alla finestra e osservare le montagne che circondano Trento per ritrovarmi a viaggiare con la fantasia molto più di quanto non accada giocando a questo titolo.
Per carità, il Trentino è probabilmente una delle regioni più belle che si possano trovare in Italia da questo punto di vista, ma un videogioco potrebbe essere sempre meglio della realtà. Come nel predecessore, l'utilizzo di una telecamera libera limita paradossalmente le possibilità artistiche del gioco, che non riesce ad offrire quasi mai paesaggi realizzati davvero bene. Allo stesso modo, la cara, vecchia mappa del mondo avrebbe forse giovato nella resa di un pianeta davvero vasto e sconfinato.
C'è un altro appunto che devo fare a questo titolo: l'ambientazione è appena abbozzata. Sappiamo che ci sono diversi continenti e regni, ma non sappiamo praticamente nulla della loro condizione socio-politica. Tutto sembra buttato lì quasi per caso ed è un peccato, perché la vicenda principale è scritta abbastanza bene e i protagonisti sono molto interessanti e convincenti, soprattutto Velvet ed Eleanor, entrambe costrette a fare i conti con le proprie ideologie per osservare la realtà da una prospettiva diversa.
Tales of Berseria mantiene dei toni abbastanza leggeri, ma non disdegna una certa complessità dei personaggi. Per una volta non mi trovo davanti ad un titolo giapponese che voglia a tutti i costi insegnarci qualcosa, quanto piuttosto mettere in luce delle contraddizioni dell'animo umano. Certo che poi, verso la fine, si scade comunque un po' nel melenso, ma mi sento buono e voglio perdonarglielo.
Rispetto a Zestiria anche il gameplay vero e proprio risulta migliorato, soprattutto perché alcune lungaggini insopportabili sono state rimosse e perché le attività secondarie, per quanto semplici, servono davvero a spezzare il ritmo di gioco. Anche i dungeon sono più vari rispetto al solito e presentano quasi tutti delle meccaniche inedite. Non siamo ai livelli di Final Fantasy XII (che per quanto riguarda questo tipo di esplorazione è proprio un capolavoro), ma comunque è molto meglio del predecessore.
Berseria mi è piaciuto, ma allo stesso tempo mi ha lasciato l'amaro in bocca perché con pochi accorgimenti sarebbe potuto essere davvero uno dei titoli più belli della serie. I suoi personaggi e in generale la vicenda principale sono davvero riusciti, ma la mancanza di approfondimento narrativo del mondo di gioco e una resa troppo giocattolosa delle ambientazioni lo costringono a rimanere nella categoria dei giochi soltanto "buoni". Tutto sommato, però, lo consiglio perché alcuni momenti sono davvero ben fatti.