Bianconero The Brave

"Jackpot."

Anche questa ottava generazione di console sta giungendo al termine, dopo averci regalato esperienze videoludiche di spessore (anche se ne ho giocata una ogni 10, ma questo è un altro discorso); se c'è qualcosa di cui ho sentito la mancanza negli ultimi 5/6 anni, però, è proprio un action game degno di nota, con un combat system complesso e appagante. E allora ecco che, a 11 anni di distanza dal precedente, giunge in nostro soccorso un nuovo capitolo di Devil May Cry, con il suo classico irriverente e sopra le righe, a farci tornare voglia di sventrare demoni con stile.
Partiamo quindi proprio dal gameplay, il vero punto di forza della produzione Capcom, che in questa occasione si fa in tre: oltre al sempreverde Dante e al giovane Nero si aggiunge ai personaggi giocabili il misterioso V, caratterizzato da un combat system particolare in cui ci troveremo a evocare diversi demoni "a distanza" per sconfiggere i nemici. Questo sistema "ibrido" potrebbe far storcere il naso agli appassionati della saga, ma alternato al gameplay degli altri personaggi dona una maggiore freschezza all'esperienza, rappresentando una piccola ma gradita novità. Tuttavia, Devil May Cry 5 offre i suoi momenti migliori quando ci troviamo nei panni di Nero e, soprattutto, di Dante, con combo complesse e stratificate e un numero di armi in continua crescita con l'avanzamento delle missioni.
Senza infamia né lode la trama, quasi insignificante nella prima parte della storia, più rilevante verso il finale, ma con un quantitativo elevatissimo di fan service. Altalenante la caratterizzazione dei personaggi, divenuti un po' "macchiette" dei cacciatori che abbiamo conosciuto in passato, ma non un grossissimo difetto per un titolo in cui la componente narrativa è di contorno. Molto più grave la longevità sotto la media, intorno alle 8-9 ore di gioco aumentabili solamente giocando a un livello di difficoltà elevato, opzione che sarà disponibile solo dalla seconda run. Un altro punto che allontana Devil May Cry 5 dall'eccellenza è un level design complessivamente blando e dimenticabile, mentre la colonna sonora, tamarra al punto giusto, risulta ben riuscita.
In conclusione, da un gioco che si porta appresso un nome così pesante ci si aspettava il peggio, ma quello di Dante e compagnia è sicuramente un ritorno di qualità, da consigliare tanto agli amanti della serie, quanto ai neofiti che vogliono approcciarsi per la prima volta al panorama action.