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Su Xenon

Sono un appassionato di cinema e videogiochi fin da quando sono piccolo. Apprezzo la lettura, e le mie materie preferite sono la matematica … Leggi tutto

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Xenon

ha scritto una recensione su The Final Station

Cover The Final Station per Nintendo Switch

Ciò che non ti aspetti

Personalmente è un gioco che mi ha preso parecchio. L'avevo in libreria da parecchio tempo, e per idiozia - credo - non l'ho giocato prima. The Final Station è una piccola perla da uno studio russo appena nascente, Do My Best Games, la quale è riuscita ad amalgamare l'instabile ansia della sopravvivenza al senso di evoluzione di un'intera civiltà.
Ce ne sarebbe molto da raccontare, sebbene le quattro ore (sei se aggiungiamo il dlc) si consumano in fretta.

Ambientato in un mondo simile al nostro, ricopriamo le vesti di un macchinista durante un suo solito giorno di lavoro. Tuttavia, a mano a mano che il gioco prosegue veniamo costretti a proteggere la nostra vita, facendoci strada tra i vari zombi, salvando coloro che chiedono un aiuto. Tra la stazione di una città e un'altra ci informiamo meglio di quel che accade tramite le note, i messaggi e altri documenti, abbandonati lungo i livelli desolati di persone. Il genere ricopre uno shoot'em up strategico e per niente veloce, approfittando, però, del tempismo giusto per superare le sfide proposte e ciò che l'ambiente può cedere da utilizzare contro i nemici (fusti di gasolio, scatole, tv, water).

Il dlc The Only Traitor, dal canto suo, segue le vicende in parallelo di un altro superstite che, in sella alla sua muscle, erra tra la desolazione per trovare in un rifugio la sua salvezza. Tuttavia, il reale compito di questo contenuto aggiuntivo - che fa comunque la sua porca figura - mira a spiegare le azioni, svolte all'oscuro del giocatore, che hanno condottola conclusione inaspettata di The Final Station. Non fraintendetemi, The Only Traitor si mantiene all'altezza del predecessore con l'aggiunta di nuovi nemici, mantenendo sempre un filone logico con la storia del titolo, sebbene l'aumento della distanza tra i checkpoint sia un po' insensato. Inoltre, con il suo finale si incastona tranquillamente all'avventura principale, lasciando anche qualche incomprensione e incredulità dopotutto.

Una lode degna di nota è doverosa farla al designer dei titoli Oleg Sergeev, che ha riproposto in una maniera tutta sua ogni ambientazione, affidando allo sfondo un ruolo da protagonista. Infatti, alcune scene che si propongono con leggerezza alle azioni dirette al protagonista sono in contrasto alle imponenti e dettagliate immagini che, con un climax ascendente, accompagnano mano nella mano il giocatore durante la narrazione. A tal proposito, pure la colonna sonora riesce a proporre dei temi incessanti e non fuorvianti: anzi, l'immersione di alcuni pezzi confrontano faccia a faccia con la malinconia del passato e la sofferenza della solitudine a cui i protagonisti sono obbligati a patire. Come nullità, schiacciati dal Fato sovrano e immenso.

In conclusione, entrambe i capitoli si dimostrano piacevoli e impegnativi, raccontando una storia non così scontata, ma che si spiega leggendo tra i dettagli sparsi fra le vite smarrite.