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PlayStation Network: domani una conferenza Sony

Sony promette regali e fa un po' di chiarezza. Da GeoHot aspre critiche

Dopo la molta discussa notizia in cui riportavo il furto, da parte di ancora sconosciuti hacker, dei dati che 77 milioni di utenti hanno utilizzato per registrarsi sul PlayStation Network, si torna a parlare dell'accaduto, grazie a Sony che finalmente fa un po' di chiarezza.



Punto primo: nessuno ha perso i contenuti scaricati, la lista amici, i trofei sbloccati e cose del genere. Il tutto è spiegato in questo Q&A pubblicato sul blog ufficiale Sony. Sicuramente si tratta di una notizia che tranquillizzerà i molti utenti dubbiosi e intimoriti di perdere i tanto sofferti trofei o i contenuti scaricati e pagati. Sempre dal suddetto Q&A si può leggere come Sony sia sinceramente dispiaciuta per questo lungo periodo di inattività del servizio e abbia intenzione di farsi scusare con appositi eventi e regali dai giocatori che pagano per servizi extra (come l'MMO DC Universe Online), ma anche da tutti gli altri comuni mortali che vedranno implementate nuove e interessanti caratteristiche.



Punto secondo: domani, 1 Maggio, Sony, per bocca di Kaz Hirai, terrà una conferenza straordinaria in Giappone. Nel corso della conferenza verranno probabilmente riepilogati i fatti che hanno portato gli spiacevoli avvenimenti degli ultimi tempi e, forse, si parlerà a proposito di quando il PSN tornerà online. A questo proposito in base ad un altro Q&A, pubblicato sempre da Sony, il servizio dovrebbe essere riabilitato entro giorno 3 Maggio.



La situazione non è certo rosea ma siamo sulla via della risoluzione. Nel frattempo un altro grande protagonista della vicenda, l'hacker GeoHot, ha rilasciato una dichiarazione sui fatti dove si dice dapprima estraneo alla vicenda ma poi, inspiegabilmente, giustifica l'attacco asserendo la necessità condivisa, da parte di coloro che possiedono PS3 con il Jailbreak, di avere un posto dove poter giocare online:



GeoHotMi rivolgo a tutti coloro che pensano a un mio coinvolgimento in questa vicenda. Non sono pazzo e preferisco non avere gli agenti FBI fuori dalla porta. Eseguire codice homebrew e mettere alla prova la sicurezza dei dispositivi è una buona pratica, ma violare i server altrui e rubare dai database le informazioni degli utenti non lo è.



Questo comportamento ha danneggiato l’immagine della community di hacker, anche se messo a segno nei confronti di una realtà discutibile come Sony.



Fin dal mese di gennaio ho iniziato a pensare a un’alternativa per il PSN, un posto dove i possessori di console sottoposte a jailbreak possano scaricare e giocare titoli homebrew senza interferire nell’esperienza altrui. Penso che il desiderio di una piattaforma dove poter giocare online, in questo momento, sia condiviso.



Non dobbiamo prendercela con gli ingegneri Sony per quanto sta accadendo, ma piuttosto con i vertici della società, che hanno sempre dichiarato guerra agli hacker spendendo una grande quantità di denaro per assumere legali da impiegare nelle cause in tribunale, mentre ciò di cui hanno bisogno sono esperti di sicurezza informatica.

pubblicato alle 17:44 del 30/04/2011