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XCOM 2 – Versione Console – Recensione

Nota di redazione: abbiamo già recensito XCOM 2 al tempo della sua uscita su PC. A questo indirizzo trovate l'articolo originale. Il nostro giudizio sul prodotto, quindi, non cambia e questo articolo è inteso soprattutto ad arricchire il senso del discorso, specie sulle differenze tra le due versioni.



L'annuncio che il sequel del pluripremiato XCOM: Enemy Unknown, reboot firmato Firaxis della celebre serie di strategici concepita nel 1994 dalla mente di Julian Gollop e della sua Mythos Games, non sarebbe approdato anche su console gettò inizialmente nel panico quanti l'avevano apprezzato proprio su PlayStation 3 e Xbox 360 piuttosto che su PC, nonostante gli sforzi che gli sviluppatori avevano profuso nel realizzare un'interfaccia pulita e funzionale, gestibile tranquillamente sia con il pad che con mouse e tastiera (in molti, all'epoca, trovarono la prima alternativa addirittura più comoda della seconda), nonché un approccio tattico e amministrativo che riusciva a coniugare alla perfezione, nell'ottica di chi vi scrive, lo spessore decisionale con l'immediatezza dei controlli ed un'ampia gamma di impostazioni che consentivano di intervenire su molteplici aspetti di ogni singola campagna per renderla accessibile ai gusti (e all'esperienza) di qualsiasi giocatore. Il mito dei giochi di strategia impossibili da trasporre su console senza un'eccessiva semplificazione sembrava dunque infranto, con risultati persino migliori di quanto già dimostrato grazie al precedente Civilization V, ma le vendite al di fuori del mercato per computer non resero giustizia alla sussidiaria di Take-Two Interactive, che si è vista perciò costretta a concentrare le risorse sulla versione PC per il lancio del tanto atteso XCOM 2. Per fortuna, una volta consolidato il successo di quest'ultimo ed ottenuto il doveroso riscontro positivo di giornalisti e cultori del genere, Firaxis è tornata sui propri passi ed ha affidato la trasposizione per PlayStation 4 e Xbox One del titolo a The Workshop, casa di software indipendente già nota per aver collaborato con altre facce note del settore come Bethesda Softworks e Starbreeze Studios: saranno riusciti davvero a replicare le caratteristiche vincenti di questo secondo capitolo sull'ottava generazione di console?



LE RISORSE SCARSEGGIANO, COMANDANTE…
Come il suo predecessore, e come in effetti i loro capostipiti, XCOM 2 si presenta diviso in due sezioni distinte: una gestionale, nella quale dovremo coordinare le ricerche, la costruzione di nuovo equipaggiamento, il potenziamento delle dotazioni attuali e l'addestramento delle reclute, e una per così dire più “concreta”, in cui controlleremo i nostri soldati direttamente sul campo per affrontare la minaccia aliena, alternandoci con quest'ultima in una serie di fasi a turni. L'unica differenza è rappresentata dalle premesse perché, a scapito di ciò che abbiamo avuto modo di vedere nel finale del primo XCOM, la Terra è stata soggiogata dagli alieni ed i governi di tutto il mondo hanno deciso di cedere le redini dell'umanità intera: sotto la guida dei munifici Anziani a capo della coalizione conosciuta come ADVENT, gli invasori hanno infatti proclamato che l'impiego delle loro avanzate tecnologie sarà in grado di condurci verso una nuova epoca di benessere collettivo. E' chiaro che gli intenti manifestati siano solo di facciata, poiché il controllo degli extraterrestri è spietato e totalitario, con frequenti purghe dei contestatori e continui esperimenti volti a rafforzare i ranghi dei coscritti che hanno giurato fedeltà alla ADVENT, trasformati come ricompensa in mostruosità la cui discendenza umana non è più neanche lontanamente discernibile. La situazione è pertanto capovolta, e ora la XCOM rappresenta una frangia ribelle che opera nell'ombra, con un quartier generale ricavato dal fortunoso recupero di un mezzo di trasporto alieno (comunque non meno spazioso della struttura sotterranea del primo episodio) e un significativo deficit in termini di personale e risorse, che dovremo cercare di spremere fino all'ultima goccia. I veterani ritroveranno uno schema già collaudato nella conduzione delle attività al di fuori del combattimento, e grazie ad esso verranno spinti a dare la priorità ad un certo tipo di armamentario, ma questa volta incontreremo alcune evoluzioni inaspettate nella gerarchia delle scoperte che influenzano i progressi con un certo grado di imprevedibilità ad ogni partita, e la quantità di scoperte finisce spesso e volentieri per obbligarci a perseguire solo un determinato ramo scientifico a scapito degli altri. I personaggi che ci assistono nella missione e lo sviluppo della storia è inoltre enormemente più curato ed evidenzia con maggiore efficacia i toni drammatici delle circostanze in cui versiamo. Quale ulteriore testimonianza del capovolgimento di fronti, laddove nell'originale era necessario setacciare il globo alla ricerca di attività extraterrestre, questa volta siamo noi ad essere sotto copertura mentre la ADVENT, avendo il dominio completo del territorio, non ha motivo di nascondere la propria posizione e, anzi, rielabora attività e stanziamenti a seconda della piega che prendono gli eventi.



Firaxis ha affidato la trasposizione console a The Workshop
Una volta schierate le unità in missione, la struttura a turni ricalca quella a noi familiare di Enemy Unknown, con comandi semplici ed intuitivi che consentono di orientare e muovere i membri della squadra sulla mappa senza alcun problema (a parte l'occasionale posizionamento infausto della telecamera), come pure di prendere di mira i bersagli prescelti: chiunque abbia avuto modo di provare XCOM 2 su PC può testimoniare che le modifiche introdotte al sistema di controllo e all'interfaccia in generale non lasciano affatto presagire l'intenzione di tagliare del tutto i ponti con il passato, per concepire magari qualcosa di fruibile esclusivamente con il puntatore di un mouse, ma è piuttosto vero il contrario ed il gamepad si rivela di fatto una periferica ottimale per impartire gli ordini con la debita precisione. Le promozioni e l'equipaggiamento sono due attributi fondamentali per aumentare la gamma di abilità a disposizione, ma l'elemento fondamentale per la riuscita di quasi tutte le operazioni è la corretta gestione della guardia, ossia una postura che sacrifica l'attacco per una probabilità di intercettare il primo bersaglio in movimento che entra nel nostro raggio d'azione. L'utilizzo dell'abilità, anche qui comune ad ogni categoria di soldato, era fondamentale durante l'esplorazione delle zone inviolate della mappa, ma di contro stimolava un ritmo di gioco più lento e ponderato: nel tentativo di prendere gli esperti in contropiede, Firaxis ha pensato bene di porre un freno all'abuso di tale condotta imponendo un limite massimo di turni nella stragrande maggioranza delle missioni, e di tempo in generale per affrontare le stesse, che non elimina in toto l'efficienza della guardia ma la tramuta in un vantaggio di cui troppo spesso non potremo usufruire, incoraggiando l'adozione di tattiche diversificate per sollecitare il completamento degli obiettivi ed evitare perdite definitive nelle fila dell'XCOM. Gli avversari che si frapporranno tra noi e la salvezza del mondo sono ancora più variegati, ciascuno dotato di punti di forza, vulnerabilità e schemi comportamentali specifici da analizzare in battaglia, e spaziano dalle truppe umane della ADVENT a varianti più o meno evolute dei classici Sectoidi, Muton e Crisalidi, fino alle inedite Vipere, veri e propri rettili antropomorfi evoluti dagli Smilzi, oppure ai possenti Andromedon, invasori protetti da una pesante corazza simile ad uno scafandro che strizza l'occhio agli indimenticabili Big Daddy di Bioshock.



La prima, grande differenza che salta all'occhio rispetto alla versione PC sono i tempi di caricamento, decisamente peggiori su console ma non abbastanza da rappresentare un ostacolo così grave da rendere XCOM 2 ingiocabile: gli utenti delle macchine da gioco targate Sony e Microsoft devono soltanto dotarsi di un pizzico di pazienza in più. Un peso diverso lo hanno invece la frequenza dei fotogrammi, che nelle situazioni più concitate o in condizioni atmosferiche avverse subisce un brusco e sensibile calo, come pure un rilevante screen tearing cui alla lunga si fa l'abitudine ma che non passa di certo inosservato: benché la presenza di qualche bug assortito, come l'inquadratura che cessa di colpo di seguire l'azione o i personaggi che non rispondono agli ordini impartiti, non desta particolare preoccupazione considerata la facilità con la quale una semplice patch può averne ragione, le altre due, inconfutabili lacune rappresentano un sacrificio che i proprietari di console devono accettare senza appello. Discorso diverso per lo stile grafico che, sebbene anche all'epoca del primo XCOM non abbia incontrato favori unanimi a causa della sua presunta “plasticosità”, funziona in maniera ineccepibile nel contesto e sfoggia una moderna ricchezza di ambienti grazie alla generazione completamente casuale delle mappe, fattore questo che riesce da solo ad aggiungere diverse tacche sulla scala della longevità. Come era lecito aspettarsi, infine, le mod non sono supportate su nessuna delle due incarnazioni.



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6 ottobre 2016 alle 15:11