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Ni no Kuni II: Il Destino di un Regno – Recensione

Arrivato nel 2013 su PlayStation 3, il primo Ni no Kuni stupì un po' tutti con la sua originalità, nata dal mix tra le capacità degli sviluppatori di Level-5 e l'estro del celebre Studio Ghibli. Il gioco non era perfetto, ma come debutto era impossibile fare di meglio e comunque in molti, compreso nostro Dario nella sua recensione, apprezzarono il titolo anche così com'era. Nonostante il discreto successo commerciale del primo episodio, che in realtà era una sorta di riadattamento del videogioco uscito su Nintendo DS in esclusiva per il territorio giapponese, in pochi si aspettavano un seguito, anche perché la storia di Oliver era autoconclusiva.



Un po' a sorpresa invece, Bandai Namco ha annunciato il ritorno della serie con Ni no Kuni II: Il Destino di un Regno, ma con più di una novità. Dopo il ritiro di Hayao Miyazaki, lo Studio Ghibli ha infatti intrapreso un processo di riorganizzazione interna, decidendo di non rinnovare la sua collaborazione con Level-5 che, inoltre, ha scelto di dare una svolta al gameplay, abbandonando il sistema a turni dinamico, e alla trama, ambientata trecento anni dopo il primo episodio. Ni no Kuni II rappresenta quindi un taglio netto con il passato? Scopritelo con la nostra recensione!



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Un re in esilio



Come già anticipato nell'introduzione, Ni no Kuni II tratta una storia completamente diversa rispetto a quella del suo predecessore. Il protagonista non è più il giovane Oliver di Motorville, ma Evan, futuro re di Gatmandù. Proprio il giorno dell'incoronazione però, qualcosa va storto; Ratoleon, consigliere del defunto Re Leopold, padre di Evan, ha infatti preparato un colpo di stato per salire al trono.



Come per magia o per una fortunata coincidenza, un uomo si materializza nella camera del giovane, aiutandolo a sfuggire a un terribile destino. Stiamo parlando di Roland, presidente di una terra di Ichi no Kuni (che letteralmente vuol dire “il nostro mondo”), arrivato nel Ni no Kuni (che invece è “l'altro mondo”) in circostanze misteriose, dopo aver assistito alla distruzione del proprio paese. Avendo una discreta esperienza come regnante, Roland deciderà di aiutare Evan nella sua fuga da Gatmandù e nella realizzazione del suo sogno di creare un regno in cui tutti possano essere felici.



Non possiamo andare oltre con i dettagli perché rischieremmo di rovinarvi la sorpresa, ma ovviamente quello di cui vi abbiamo parlato è solo l'inizio di una grande avventura, piena di misteri, colpi di scena e momenti emozionanti, soprattutto nella fase finale. In questo senso, proprio come il primo capitolo, Ni no Kuni II riesce a toccare le corde emotive dei giocatori, a prescindere dall'età, ricordando, in alcuni momenti, le più belle pellicole dello Studio Ghibli.



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Lo studio di animazione giapponese, pur non essendo coinvolto direttamente, ha infatti prestato alla produzione del titolo molti suoi dei più rinomati artisti e la cosa si percepisce. Stiamo parlando di gente del calibro di Yoshiyuki Momose e Joe Hisaishi, giusto per citarne due tra i più celebri. Insomma, Ni no Kuni II, seppur rinnovato profondamente, è riuscito a ricreare la magia del primo episodio, capace di trasportare i giocatori in una storia tutto sommato semplice, ma non per questo poco emozionante.



Evan e Roland in particolare, vengono costantemente messi alla prova, mostrando le proprie capacità ma anche le proprie debolezze, dando vita a dei personaggi con cui è impossibile non entrare in contatto. Il discorso è analogo per gli antagonisti, caratterizzati in maniera impeccabile, un po' meno invece per gli altri componenti del party, da cui era lecito aspettarsi di più.



Proseguendo con la trama infatti, altre figure si uniranno alla nostra squadra (anche se ne potremo utilizzare sempre e solo tre alla volta nei combattimenti) e da alcuni, Shanty e Zoran su tutti, era davvero lecito aspettarsi qualcosa in più. Questi personaggi invece, entrano in scena in maniera prorompente, ma diventano poi marginali ai fini della trama principale, dando un contributo significativo soltanto in alcune quest secondarie.



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18 aprile 2018 alle 18:00

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