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Banishers Ghosts of New Eden | Recensione

Banishers Ghosts of New Eden è un'incredibile avventura narrativa in grado di mettere in grande difficoltà il giocatore con numerose scelte morali

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a cura di Giacomo Todeschini

Editor

Nel 2018 Don’t Nod ci ha regalato uno dei titoli più sottovalutati degli ultimi anni, Vampyr, che seppur piagato da evidenti limiti tecnici, ha saputo conquistare i videogiocatori con una narrazione sublime e dei personaggi caratterizzati divinamente. Un’avventura memorabile in una Londra decadente e tentacolare, nella quale morale, orrore e mistero si intreccievano in un’irresistibile spirale. A tarparne le ali, come accennato poco fa, fu soprattutto l’aspetto tecnico e un gameplay non sempre all’altezza.

Da allora sono però passati oramai sei anni e il team dietro l’ammaliante ma imperfetto titolo ha avuto tutto il tempo necessario per affilare le armi e limare le impervietà del suo precedente lavoro. A tentare di entrare nel cuore dei giocatori è questa volta Banishers Ghosts of New Eden, sequel spirituale di Vampyr con tutte le carte in regola per rivelarsi una delle più belle sorprese di questo inizio 2024.

Abbiamo recensito il gioco con il seguente PC:

Dramma, sacrifico e dovere

Banishers Ghosts of New Eden racconta la storia di Antea Duarte e Red mac Raith, una coppia di epuratori il cui compito è quello di vagare per territori e nazioni, liberandoli da tutti quelli spiriti che non hanno ancora trovato il coraggio e la forza per completare il proprio viaggio terreno dopo la morte. Un compito che non si limita però solo ad accompagnare volenti o nolenti tali manifestazioni verso l’aldilà, ma che assume tutta una serie di connotazioni morali. Ad Antea e Duarte spetta infatti anche l’arduo compito di ricostruire quanto successo e, soprattutto, giudicare nel miglior modo possibile spirito e infestato. Sta a loro decidere se far ascendere la pover’anima liberandola dai tormenti, epurarla per punirla degli sbagli passati o, ancora, porre fine all’esistenza terrena della persona infestata. Gli epuratori, insomma, sono giudice, giuria e carnefice, esecutori di una giustizia che trascende leggi umane e temporali.

Il viaggio professionale di Antea e Red è presto sbocciato anche in amore, con i due che sono diventati una coppia anche nella vita oltre che nel lavoro. Un qualcosa che ha permesso al duo di diventare sempre più affine e di ritagliarsi un posto tra i migliori epuratori sulla piazza. Una scalata verso il successo e la notorietà all’apparenza inarrestabile ma che ha trovato una brutta battuta d’arresto a New Eden. La una volta bucolica cittadina, in cui i due erano stati chiamati per epurare un potente incubo, si è infatti rivelata essere anche il luogo di morte di Antea. L’aver sottovalutato la minaccia che attanagliava il borgo ha infatti portato la prode epuratrice a perdere la vita e diventare uno spettro, costretto a vagare sulla terra fino a quando non ricongiunto con il proprio corpo. Nelle cupe lande disegnate da Don’t Nod vi è però anche un piccolo spiraglio di speranza che prende il nome di resurrezione, a un costo ahimè non indifferente.

Il vero punto di forza di Banishers Ghosts of New Eden non sta però tanto nella comunque piacevole trama, che scorre accattivante anche se contraddistinta da qualche colpo di scena un po’ troppo telefonato, ma in tutto ciò che ci sta intorno. Don’t Nod è infatti riuscita a ricreare in New Eden e nelle località che la circondano un incredibile spaccato di mondo, dove la natura umana viene sviscerata nei minimi dettagli. Pomposi ma timorosi generali, insospettabili cittadini che celano temibili segreti e persone portate ai limiti dell’umanità: Banisher è un grande palcoscenico dove viene messo a nudo anche il più intimo pensiero, messo in scena anche il più remoto dei drammi. Il tutto senza scendere mai nello scontato o nel già visto, neanche nella più piccola e secondaria delle missioni. 

Un mondo interconnesso dal dolore

A concorrere in tal senso è la struttura di gioco, che si sviluppa strettamente attorno alla forte anima narrativa di Banishers Ghosts of New Eden. Come accennato poco fa, infatti, all’inizio dell’avventura viene dato un barlume di speranza a Red mac Raith, con tale luce nelle tenebre che è rappresentata da un pericoloso rituale per riportare in vita Antea. Per portarlo a termine è però necessario raccogliere quanta più essenza vitale possibile dagli abitanti di New Eden. A Red e a noi sta quindi capire quanto spingersi oltre e quanto valga la pena sacrificare per poter passare la vita in compagnia della propria amata.

Sia le missioni principali che quelle secondarie ci metteranno quindi dinnanzi a tale dilemma morale, chiedendoci di scegliere il destino di infestato e parassita. Il tutto reso ancor più complesso da vicende in grado di mettere in seria difficoltà il giudizio di chiunque e che si tingono spesso e volentieri di risvolti inaspettati. Nell’opera di Don’t Nod non vi è infatti né il bianco né il nero, ma una fitta distesa di grigi, dove si annidano i più vili e i più nascosti dei pensieri e desideri umani.

A New Eden tutto è poi collegato, con i richiami tra avvenimenti e personaggi che sono all’ordine del giorno, andando a creare una fitta rete di relazioni e nozioni che ancor meglio fa capire il grande lavoro fatto sotto tale punto di vista dalla software house. Un mosaico di storie, persone, drammi ed emozioni, in cui da semplici spettatori siamo chiamati a ergerci insindacabili giudici. Il destino di Antea e di ogni singolo abitante di New Eden passa del resto dalle nostre mani.

Un duo inscindibile

Proprio come Vampyr, Banishers è quindi in grado di offrire una componente narrativa ed emotiva di primissimo ordine, grazie a una cura per i dettagli e una qualità di scrittura esemplare. Dove la precedente opera di Don’t Nod incespicava questa nuova creatura procede invece dritta senza troppi tentennamenti, riuscendo a regalare anche un gameplay più che discreto.

I combattimenti si svolgono alternando Red e Antea, in modo tale da sfruttarne peculiarità e punti di forza. Il barbuto scozzese è infatti particolarmente adatto per gli scontri con i vari spettri, con i suoi colpi che concorrono a ricaricare la barra necessaria per chiamare in gioco Antea. Lo spirito della cubana può infatti essere utilizzato solo quando la relativa barra è abbastanza carica e si rivela fondamentale per arrecare ingenti danni agli esseri posseduti e farli ritornare in forma spirituale. Mentre Red combatte con il classico leitmotiv fatto di colpi pesanti, leggeri, schivate e parate, Antea ha dalla sua anche qualche abilità mistica, come piccole esplosioni, traslazioni nello spazio e così via.

Un duo che si amalgama decisamente bene e riesce a rendere i combattimenti più che piacevoli. Non aspettatevi certo un sistema di combattimento strabordante e rivoluzionario, piuttosto un qualcosa di solido e assolutamente funzionale. Sarebbe certamente stato piacevole trovare un maggior numero di tipologie di armi differenti e una platea di nemici più vasta, ma lamentarsi più di tanto di quanto ha da offrire Banishers sarebbe comunque ingeneroso. Anche perché l’ultima creatura di Don’t Nod non è certo nata con quelli che sono gli scontri come proprio punto focale.

La sinergia tra Red e Antea è poi ritrovabile anche nelle fasi di esplorazione, con lo switchare tra i due che è anche in tal caso all’ordine del giorno. Solo Red, ad esempio, può scalare determinate pareti rocciose, mentre Antea è l’unica del duo a cui è permesso vedere nelle zone infestate dagli spiriti. Intorno alla natura di Antea si sviluppano anche delle semplici ma riuscite meccaniche da metroidvania, con i poteri sbloccati nel corso del gioco che si rivelano fondamentali per accedere a zone precedentemente inaccessibili.

Tra cacce al tesoro, aree infestate, santuari nascosti e quant’altro Don’t Nod ha infatti ghermito New Eden di motivi per essere esplorata, anche a più riprese grazie ai poteri acquisiti da Antea nel procedere nella trama. A rendere il tutto ancora più accattivante il fatto che, in base alle nostre decisioni nelle varie missioni di infestazione, avremmo accesso a quest secondarie differenti. Risparmiare un personaggio ci consentirà ad esempio di ricevere da lui richieste in altre occasioni, mentre epurarlo ci potrebbe portare a doverlo affrontare in seguito in un’altra dimensione. Come dicevamo poco fa, il mondo di Banishers Ghosts of New Eden si plasma intorno alle decisioni dei giocatori, le cui conseguenze sono spesso tutt’altro che scontate.

Il giusto setting per una grande storia

Mondo di gioco che riesce a essere anch’esso una forza trainante di tutto ciò che Don’t Nod vuole raccontare in Banishers Ghosts of New Eden. I verdi campi abbandonati a sé stessi, i cimiteri diventati preda di cultori dell’occulto e abitazioni abbondante un po’ ovunque trasudano infatti lo stato in cui riversano le una volta ridenti lande. Proprio il contrasto tra ciò che è e ciò che è stato, con uno sfocato sguardo sul futuro, è uno dei principali temi trattati, con gli intrecci tra passato e presente nella narrazione che sono trasposti anche nella stessa New Eden.

L’aver ambientato il titolo in una cittadina non ha però limitato quelli che sono i setting del gioco, con floride foreste, macabre paludi, innevate montagne e zone collinose che fanno la propria comparsa all’interno del titolo. A rendere più accattivante il tutto la scelta di portare questa ammaliante storia in un puritano Massachusetts del tardo diciassettesimo secolo, la perfetta mise en scène per una memorabile avventura.

Pur non strabiliando a livello tecnico, Banishers Ghosts of New Eden è infine comunque in grado di offrire qualche buon colpo d’occhio, con anche l’ottimizzazione che si rivela tutto sommato solida. Con la configurazione presente a inizio articolo in Quad HD a dettagli alti non siamo 

Come si comporta a livello visivo?

Tecnicamente parlando, Banishers Ghosts of New Eden non si posiziona certamente sul cutting edge tecnologico, ma riesce comunque a difendersi più che bene. Rispetto ai precedenti lavori della software house i passi in avanti sono diversi e spaziano su vari aspetti del gioco. Le animazioni in particolare sono infatti ora più rifinite che in passato, sia durante i combattimenti e le esplorazioni che soprattutto negli innumerevoli dialoghi che costellano l’intera esperienza. 

Nel corso della ventina abbondante di ore di gioco necessarie per vedere i titoli di coda, che possono in ogni caso essere estese scegliendo di vedere tutti i vari bivi narrativi, non siamo poi incappati a dettagli alti in Quad HD con la configurazione presente all’inizio della recensione né in particolari artefatti grafici né in grossi rallentamenti. L’unica zona in cui siamo stati costretti a ridurre leggermente i livelli di dettaglio per mantenere un framerate stabile è stata quella innevata, dove le copiose nevicate hanno messo leggermente in crisi la fluidità del gioco.

Insomma, non aspettatevi un’opera pregna di effetti grafici e rivoluzionarie soluzioni tecniche, bensì un titolo onestissimo e che non sfigura, capace anche di offrire alcuni scorci niente male.

Voto Recensione di Banishers Ghosts of New Eden


8.5

Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • Un incredibile spaccato d'umanità

  • Divinamente scritto

  • Gameplay riuscito

Contro

  • Qualche colpo di scena troppo telefonato

Commento

Banishers Ghosts of New Eden prende il meglio di Vampyr, limandone i difetti e accentuandone i pregi, donandoci un'opera di straordinaria qualità. Narrazione e scrittura sono infatti esemplari, con la novella d’amore di Red e Antea che si rivela feconda fucina di dilemmi morali e decisioni difficili. Un setting affascinante e un gameplay convincente completano un quadro generale decisamente roseo: il 2024 ha già cominciato a regalare gioie.

Informazioni sul prodotto

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Banishers Ghosts of New Eden