Bloodborne: The Old Hunters e la dolorosa via della recensione
Il genere soulslike, che si ami o si odi, è sotto le luci dei riflettori dell'industria del videogioco già da qualche anno, e rappresenta un vero e proprio evento a ogni uscita. E sì: persino il debutto di ogni espansione dei figli di mamma From Software è sinonimo di hype e trepidante attesa. E riguardo a Bloodborne, a quest'ora italiana, in realtà, avremmo già tutti i permessi (concessi da Sony) per dare un voto e un giudizio definitivo su The Old Hunters: il primo, frenetico DLC dell'ultimo capolavoro di Miyazaki-san (almeno, fino all'anno prossimo).
Invece, io sono qui a dirvi: ci sto giocando (tanto), non senza qualche “gesto di stizza” e qualche sorpresa (la build consigliata non è propriamente canonica), ma non vi darò ora né un “numero”, né una recensione. Non ancora. Questa non è soltanto l'espansione di una delle saghe che più mi sta a cuore sul panorama attuale: è anche (e soprattutto) il mio primo articolo su GamesVillage.it. Sono felice e onorato: voglio portarvi un parere solido e realista. E per dare giudizi approfonditi sulle opere di Miyazaki, avrete bisogno di ben di più che un singolo week end (i codici digitali per la stampa sono stati distribuiti infatti lo scorso venerdì). Questa è la mia volontà e questo è quello che farò: anche a discapito di click e visualizzazioni perse per un ritardo causato, a mio modo di vedere, per rispetto nei riguardi del lettore. Ci si rivede qui, tra qualche ora. Andrò avanti tutta la giornata, notte compresa, per tentare di ritornare da voi entro domani. Nel frattempo, ritorno a sognare. Da buon cacciatore.
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