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Persona 4: Dancing All Night - recensione

Se c'è un territorio nel quale PlayStation Vita se la passa ancora molto bene, questo è senza alcun ombra di dubbio il Giappone, che grazie alle innumerevoli novità in uscita ogni settimana, riesce sempre a mantenere le posizioni alte delle classifiche di vendita. Data la scarsa presenza di nuovi titoli in Europa e Stati Uniti, le produzioni giapponesi hanno ormai invaso anche l'Occidente da diverso tempo, con una vera e propria valanga di prodotti più o meno riusciti, coraggiosamente importati da diversi distributori.



L'ultimo in ordine d'uscita è Persona 4: Dancing All Night, il nuovo capitolo di una serie che non ha certo bisogno di tante presentazioni, dato il buon successo che ha riscontrato negli ultimi anni anche nel Vecchio Continente. In attesa di vedere quando arriverà il quinto episodio della serie regolare, tuffiamoci nell'analisi di questo rhythm game condito da un'intricata storia, che fa da seguito ai fatti accaduti nel picchiaduro Persona 4: Arena Ultimax.



Purtroppo però qualcosa è andato storto e come avrete sicuramente notato sbirciando il voto a fondo pagina, ATLUS non è riuscita a confezionare un gioco imperdibile per tutti i possessori di PlayStation Vita. Lo Story Mode di Persona 4: Dancing All Night, infatti, è un'infinita serie di testi che scorrono sullo schermo, accompagnati dalle solite illustrazioni e filmati di buona fattura: peccato però che in tutto ciò si scenda in pista da ballo davvero troppo poco. Come se ciò non fosse abbastanza, il numero di scelte effettuabili tra un dialogo e l'altro rasentano lo zero, e hanno scarso impatto (per non dire nullo) sulla trama.

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2 gennaio 2016 alle 16:40