Trackmania Turbo - recensione
Ai videogiocatori svezzati e cresciuti nel corso degli Anni '80 e '90 verrà quasi naturale sviluppare un tenero attaccamento per Trackmania Turbo. Il suo testardo anacronismo, comunque smussato da una notevole dose di feature che lo rendono un prodotto al passo con i tempi, gli permette di parlare al cuore (e ai polpastrelli) di un pubblico che si è fatto le ossa in sala giochi, tra cartucce da "aggiustare" soffiandoci dentro e console dall'aspetto "giocattoloso", in quei lontani giorni in cui non c'erano ingombranti aggiornamenti obbligatori né innumerevoli schermate di caricamento a spezzare ritmo e divertimento.
L'ultimo nato in casa Nadeo, software house francese che si prende cura della saga sin dalla sua nascita nel 2003, ovviamente non rinuncia alla sua massiccia razione di dati da scaricare al primo avvio e purtroppo, tra i suoi principali difetti, va annoverato il vizietto di propinare lunghi momenti di inerzia in cui si aspetta con impazienza di mettere le ruote sul tracciato di turno.
Piccole sbavature, purtroppo figlie della contemporaneità, che fortunatamente non scalfiscono né intaccano lo spirito, il feeling di questo gioco di corse totalmente votato all'arcade. Turbo, da un certo punto di vista, non introduce nulla di realmente nuovo, limitandosi a riproporre quanto di buono mostrato dal brand negli anni, preoccupandosi di potenziarlo adeguatamente per non sfigurare su PlayStation 4, Xbox One e PC di ultima generazione.
