Ludomedia è il social network per chi ama i videogiochi. Iscriviti per scoprire un nuovo modo di vivere la tua passione.

Fallout 4: Wasteland Workshop – Recensione

Insegne, gabbie, luci al neon e tutto quanto può servire ad un infaticabile sopravvissuto del Commonwealth in termini di edilizia. Quella degli accampamenti, si intende. Più che un espansione, il secondo DLC di Fallout4, Wasteland Workshop, è infatti una piccola estensione di una delle tante anime che compongono l'RPG di Bethesda. Ovvero, come intuibile dal titolo, quella relativa alla gestione degli insediamenti e, quindi, al più o meno pratico editor interno. Piccola nel prezzo, meno di 5 euro. Piccola anche nelle dimensioni, inferiori ai 100 mega. Piccola, pure, nei contenuti. Nessuna nuova quest, nessun nuovo nemico o compagno d'avventura e nessuna nuova arma. Wasteland Workshop è, semplicemente, un pacchetto aggiuntivo con in dote nuovi elementi, più o meno d'arredo, da installare nelle piccole realtà sociali create dal giocatore nella vasta mappa che si sviluppa attorno alla Boston post apocalittica già conosciuta e universalmente apprezzata.





POCHI CONTENUTI A POCO PREZZO
Piuttosto che consigliare o meno il DLC ai possessori di Fallout 4, sarà insomma bene comprendere quale aspetto del titolo si sia apprezzato maggiormente. Laddove, e l'avventura lo permette senz'altro, si sia ignorato in toto lo sviluppo dei vari insediamenti, si sconsiglia persino la lettura dell'articolo. Sarebbe tempo perso inutilmente, proprio come il denaro speso per l'acquisto. Ovviamente, le cose cambiano se si rientra nella categoria de “i costruttori”, variante da gioco di ruolo che, proprio nel Commonwealth, ha potuto esprimere tutta la propria vena cantieristica. In termini prettamente didascalici, insomma, Wasteland Workshop porta in dote un discreto numero di aggiunte per il proprio accampamento. Le gabbie, per fare un esempio, rappresentano quella più interessante se adibite ad allevamento per le varie specie di animali, mostri e bestie. Ne esistono di diversi tipi, specifiche per specie, e permettono, poco prevedibilmente, di catturare la creature. Anche di addomesticarle, laddove feroci, e quindi utilizzarle, magari, nella strenua difesa dell'insediamento stesso o, perché no, farle combattere all'interno di apposite arene, pure loro in dote al DLC. La stazione di recupero oggetti, invece, facilita il farming, permettendo appunto di ritrovare oggetti e munizioni di vario tipo disseminati sulla mappa. Una tecnologia interessante che, a margine della scelta di uno specifico oggetto tramite l'interfaccia del terminale,  aggiunge degli indicatori sulla mappa. Il resto dell'offerta è limitato ad elementi di contorno. Elementi dal dubbio valore estetico e dall'ancor più dubbia utilità. Ovvero, i già citati neon, vari tipi di luci, segnali e via dicendo. Insomma, nulla di particolarmente valido sotto l'aspetto ludico e che traccia, piuttosto, la politica scelta dal produttore in termini di aggiunte ed espansioni.



La pubblicazione sugli store di WW segue quella di Automatron, primo DLC  relativamente sostanzioso, e precede, invece, l'atteso Far Harbor, previsto per maggio e annunciato come vera e propria espansione. Insomma, i contenuti fino ad ora rilasciati rappresentano solo degli antipasti, o forse degli scarni aperitivi, chiamati a sopperire, almeno su console, all'assenza di mod prodotti in questi mesi dalla scena amatoriale fervidamente attiva su PC. Per questo, il giudizio su Wasteland Workshop resta sospeso. Ogni singolo sopravvissuto saprà, sulla base della propria esperienza ludica, capire se la spesa possa effettivamente valere la pur contenuta spesa.



L'articolo Fallout 4: Wasteland Workshop – Recensione è estratto da GamesVillage.it.

Continua la lettura su www.gamesvillage.it

22 aprile 2016 alle 11:51