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Wolfenstein: The Old Blood - Reloaded

Avevamo riparlato giusto un anno fa, con una certa soddisfazione, degli ottimi risultati di critica e di pubblico ottenuti da Wolfenstein: The New Order. Un gioco vecchio stampo ma fatto talmente bene da riuscire a solleticare perfettamente la nostalgia degli appassionati di sparatutto e probabilmente anche la voglia di qualcosa di nuovo del pubblico più giovane che non era mai andato oltre gli ultimi Call of Duty. L'ottimo lavoro svolto da MachineGames con il primo capitolo non era passato inosservato e il buon successo in termini di vendite con quattro milioni di copie vendute per tutte le piattaforme della nuova e vecchia generazione era una spia decisamente indicativa di quanto ci fosse ancora spazio per gli sparatutto vecchia maniera.



Nemmeno il tempo di stappare lo spumante che Bethesda, a fine 2014 aveva commissionato a MachineGames un'espansione standalone che sapeva tanto di seguito sotto mentite spoglie. S'intitolava, nemmeno tanto sorprendentemente, Wolfenstein: The Old Blood. La storia principale si staccava da quella di The New Order proponendosi come un prequel che cambiava quasi completamente il punto di vista della trama. La Seconda Guerra Mondiale si concludeva con la sconfitta degli alleati in una realtà alternativa dove il nostro William "B.J." Blazkowicz, dopo lunghi anni di coma, veniva risvegliato per scoprire che i nazisti comandavano su buona parte del pianeta.



A lui il compito di colpire al cuore della macchina da guerra nazista e dare il via a un rovesciamento dell'ordine mondiale molti anni dopo quanto accaduto nella realtà. Originariamente The Old Blood avrebbe dovuto essere una serie di DLC a pagamento di The New Order, ma ben presto, considerata la bontà del progetto e la qualità generale degli asset utilizzati, si decise comprimere i due DLC in programma fino a quel momento in un unico prodotto espandendoli considerevolmente per arrivare a ottenere una decina di ore di scarse di gameplay e proporre il gioco come un prequel alternativo completo.

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14 maggio 2016 alle 17:10