The Technomancer – Recensione
Cos'è The Technomancer? Molte cose assieme. The Technomancer è un action rpg di forte derivazione Sci-Fi, la più grande ambizione di un piccolo e talentoso studio di sviluppo, un sogno in un cassetto finalmente aperto. The Techomancer è, soprattutto, una scommessa vinta. Sviluppato da Spiders e prodotto da Focus Home Interactive, The Technomancer è ambientato su Marte, per la precisione nello stesso universo di Mars: War Logs, le cui cupe atmosfere sono ancora una volta tratteggiate con forti influenze e derivazioni cinematografiche. Da Blade Runner ad Atto di Forza, passando per Chronicnles of Riddick. Ed ecco che ci ritroviamo su Marte, due secoli dopo, anno più anno meno, con la colonizzazione del Pianeta Rosso. Per qualche sconosciuto motivo, tutti i contatti con la madre Terra sono andati perduti e la civiltà umana stanziata su Marte si è evoluta dividendosi in tre grandi corporazioni per il controllo della risorsa più importante e carente sul pianeta: l'acqua. Sono proprio le corporazioni ad esercitare la loro egemonia su delle città e noi ci ritroveremo, per nascita, in forza alla corporazione di Abundance, nella città di Ophir. La società marziana, sviluppata in classi, ha nei mutanti, esseri umani affetti da delle mutazioni causate dalle radiazioni solari e quindi deformi o sfigurati, i suoi schiavi. Sopra di loro, un gradino più in alto nella gerarchia sociale marziana, i Rogue, destinati ai bassifondi e, quindi, a quel tessuto immerso nella malavita, tra racket e prostituzione. La sola alternativa al crimine, per i Rogue, è un lavoro onesto, ma sottopagato e duro, alle volte umiliante. Nei quartieri alti della borghesia e delle classi più ambienti, sguazzano, pure, nelle posizioni di comando. Dall'esercito all'ASC, i servizi segreti, sulla falsariga di un modello sociale che ricorda quello dell'Unione Sovietica ai tempi della guerra fredda misto al modello monarchico francese pre-rivoluzione (l'accesso ai ranghi da ufficiale nell'esercito o cell'ASC è suggellato da un diritto di nascita, come accadeva alla nobiltà della vecchia Europa monarchica). Al vertice della piramide, la classe politica comandata da un fantomatico Rabdomante, una sorta di capo del Governo (o della corporazione). Infine, ecco i Tecnomanti, un'élite di persone dotate di un potere considerato di origine divina, ovvero il controllo dell'elettricità, ma anche i soli a poter il scrivere il proprio destino, indipendentemente dalle proprie origine. I Tecnomanti rappresentano la punta di diamante degli eserciti di Marte. Una casta chiusa, costantemente nel mirino dell'ASC in una lotta di controllo e di equilibri che vede i Tecnomanti come elemento fondamentale e necessario per le incessanti guerre tra le corporazioni per il predominio sull'acqua.
CARTOLINE DA MARTE
Nel panni del cadetto Tecnomante Zaccaria Rogue, una volta espletata la creazione del nostro personaggio,l'attribuzione delle specializzazioni iniziali ed un tutorial che ci darà una infarinatura sugli stili di lotta, le abilità da tecnomante e quant'altro di utile ad affrontare il gioco, ci ritroveremo a prendere parte alla nostra ultima missione da cadetto che, se superata, ci farà entrare nella confraternita dei Tecnomanti oltre a farci guadagnare il grado di ufficiale. Nel corso della missione verremo a conoscenza della vera origine dei Tecnomanti, un terribile segreto che, se cadesse nelle mani sbagliate, porterebbe alla loro progressiva estinzione. Con questo fardello sulle spalle, nel merito del quale presteremo giuramento di segretezza, ci ritroveremo finalmente ad affrontare la nostra avventura fatta di missioni che ci verranno assegnate dall'esercito ed altre, invece, che ci saranno assegnate dal Gran Maestro dell'ordine dei Tecnomanti. Ciò ci farà trovare, in più di qualche occasione, divisi tra la necessità di adempiere i nostri doveri militari e quella di far fronte alle necessità dell'ordine, in una costante lotta non solo circa le urgenze cui dare la massima priorità (alcune possono essere in un determinato range di tempo, poi saranno considerate fallite) ma anche tra i valori morali di un Tecnomante e le richieste dell'esercito che saranno spesso conflittuali agli insegnamenti del nostro maestro e a quanto ci si aspetterebbe da un buon Tecnomante.
The Technomancer è una scommessa vinta
Ed è proprio qui che il gioco inizia a rivelarsi nella sua grandezza, sottoponendo il giocatore al costante stress di poter determinare il proprio destino affrontando le conseguenze delle proprie scelte. Le scelte morali che si dovranno compiere sono tali da inchiodare il giocatore allo schermo incerto sul da farsi e da instillare in esso veri e propri sensi di colpa ed è proprio questo che ci permette di affermare in tutta tranquillità che uno dei requisiti di un buon RPG, il coinvolgimento emotivo, è assolutamente soddisfatto. Sarebbe impossibile approfondire questo aspetto senza fare spoiler, pertanto lasceremo al giocatore il gusto della sorpresa circa questo elemento legato a doppio filo con l'ottima storia a finale multiplo che ci ha conquistato. Sul versante della struttura, The Tecnomancer è un gioco comprensibilmente complesso in cui avremo uno Skill Tree costituito da tre categorie principali: sviluppo delle abilità di lotta del personaggio (suddiviso a sua volta in Tecnomante, Lottatore, Furfante e Guardiano), sviluppo di abilità specifiche (Scienze, Fabricazione, Furtività etc.) e sviluppo di abilita generiche (Forza, Agilità, Resistenza e via dicendo). A ciò si aggiunge la gestione dell'equipaggiamento, suddivisa in zone del corpo e in funzione della quale potremo assegnare (e modificare su degli appositi banchi da lavoro, previo reperimento di adeguate risorse e materiali) diverse categorie di armi per ogni stile di combattimento, oltre all'equipaggiamento difensivo e di supporto.
Quanto visto può ricordare in parte The Witcher 3 ma rappresenta, in realtà, la personale visione di Focus circa lo sviluppo di un personaggio e della sua progressione all'interno dell'avventura. Il sistema di gestione e di crescita del personaggio è solidissimo e non presta il fianco a critiche di sorta se non la complessità dei vari menu di gestione con i quali sarà necessario prendere la necessaria confidenza. Entrando nello specillo del sistema di combattimento, come accennato più in alto, questo godrà di tre differenti tipologie di lotta cui si aggiungeranno le abilità conferite dalla Tecnomanzia e cioè di poter controllare l'elettricità ed incanalarla secondo la nostra volontà al fine di portare a segno attacchi devastanti. Nello stile di combattimento ‘Lottatore' avremo a disposizione un bastone e delle capacità marziali che ricorderanno a tratti quelle dei monaci Shaolin. Attraverso questo stile potremo coprire un area discretamente vasta e tenere il nemico sulla distanza per non farlo avvicinare troppo. Nella modalità ‘Furvante', avremo uno stile di combattimento che alternerà fulminei attacchi ravvicinati per mezzo di un lungo pugnale ad attacchi dalla distanza attraverso una pistola.
Il sistema di gestione e di crescita del personaggio è solidissimo e non presta il fianco a critiche di sorta
La modalità ‘Guardiano' ci verrà invece in aiuto quando dovremo fare dello stile difensivo il nostro baluardo, grazie ad uno scudo ed un set di armi pesanti come mazze chiodate, asce a una mano e via dicendo. L'unicità dei tre stili di combattimento e la possibilità di concatenarli per far fronte ad ogni possibile situazione rappresenta l'altro elemento fondamentale del gioco che, insieme al sistema di crescita del personaggio e alla gestione del proprio equipaggiamento, rende l'esperienza di gioco magnifica, per quanto nelle prime ore necessariamente macchinosa per poter metabolizzare quanto di utile e necessario. The Tecnomancer si rivela, insomma, per quello che è: un Action-RPG profondo, ben strutturato, inaspettatamente equilibrato e avviluppato da una tetra atmosfera Sci-Fi post apocalittica davvero esaltante. Il sistema di controllo è funzionale e razionalizzato in modo eccellente, permettendo di poter attingere ad ogni comando in modo veloce ed intuitivo, sia in sede offensiva che in sede di cura del personaggio, con la possibilità di utilizzare delle abilità speciali mediante la pressione del dorsale inferiore sinistro in combinazione ad uno dei tasti tondi o, in alternativa, sfiorando il touch pad in una data direzione. Sul fronte di struttura e gameplay non c'è nulla che ci abbia lasciati insoddisfatti: dalle main quest alle queste secondarie, dal sistema di combattimento allo sviluppo di fabula e intreccio, tutto in The Techomancer è sorprendentemente coinvolgente e davvero non possiamo far altro che chiederci come abbia potuto uno studio di sviluppo così piccolo tirare fuori dal cilindro un prodotto capace di competere con i grandi esponenti del genere. Certo, non tutto è complessivamente esente da critiche. La difficoltà del gioco, impegnativa già a livello facile (i boss saranno una vera sfida), vi obbligherà a salvare manualmente spesso e volentieri poiché l'autosalvataggio sarà impostato solo ad inizio e fine missione e in check point intermedi per le missioni più lunghe. O ancora, impossibilità di marcare sulla mappa un obiettivo da raggiugnere, ci obbligherà sovente a muoverci nelle varie location con la mappa in sovrimpressione a schermo intero, facendoci perdere tutta la magnificenza delle architetture poligonali, complice un level design davvero curato ma decisamente complesso al fine di restituire la sensazione randomica, non logica e non lineare dello sviluppo urbano e suburbano delle città di Marte.
E proprio parlando delle architetture poligonali, possiamo dire che anche sotto questo aspetto The Technomancer stupisce tanto per direzione artistica quanto per moderazione e realizzazione. Il motore grafico proprietariio di Spider fa un buon lavoro nella gestione di un polygon count notevole e varie ambientazioni sono riprodotte in maniera assolutamente convincente, regalandoci degli scorci suggestivi tali da rappresentare delle vere e proprie cartoline da Marte. Dai bassifondi di Ophir alle zone esterne che corrono lungo le linee d'ombra, la cura riposta nella realizzazione delle ambientazioni è notevole e vi su può solo appuntare una qualità altalenante delle texture che vede alternarsi texture pulite e rifinite ad altre decisamente slavate, compromesso necessario per il versione console del gioco e non riscontrato su quella PC. Ad essere pignoli si potrebbe contestare anche la presenza di un discreto aliasing ed un dettaglio delle ombre al di sotto della qualità complessiva dell'impianto grafico, ma nel complesso l'engine fa davvero un buon lavoro. Discorso diverso è da fare per le animazioni: quelle del nostro personaggi sono davvero eccellenti, tanto in fase di gioco quanto in fasi di dialogo mentre quelle dei nostri compagni di squadra, dei personaggi non giocanti e di diversi nemici risultano di qualità altalenante, soprattutto per ciò che concerne le animazioni facciali a causa di un riscontrabile problema di topologia dei volti. Nulla di realmente brutto a vedersi e complessivamente superiore a tante altre produzioni nel genere ma non al livello dei mostri sacri. Sul fronte del Character Design, abbiamo una situazione variabile tra il discreto e buono per i personaggi umani, un po' meno convincente per alcuni mutanti e con risultati che rasentano l'eccellenza per ciò che concerne le creature animali del pianeta, davvero ben progettate e caratterizzate da una credibilità ed una diversificazione non indifferente, quanto per le creature Boss quanto per quelle che affronteremo come nemici normali nel corso dell'avventura. Nulla da ridire sul fronte del sonoro, caratterizzato da effetti pregevoli e musiche elettroniche di un certo effetto e che richiamano per alea e tensione al già citato Blade Runner e che rendono l'esperienza di gioco ancora più suggestiva. Anche la longevità rappresenta una bella sfida: 30 ore almeno per affrontare missioni e storia principale, cui se ne aggiungono tante altre se decideremo di portare a termine il gioco con tutte le missioni secondarie. La trama a finale multiplo (ben cinque finali differenti) in ragione delle scelte effettuate durante il gioco nonché i diversi livelli di difficoltà selezionabili ad inizio partita (e nel corso della medesima), si rivelano fattori utili alla rigiocabilità del titolo e capaci di tirare fuori l'hardcore gamer sopito in ognuno di noi. Insomma, The Technomancer, insomma, è tante cose. Innanzitutto un grandissimo gioco.
L'articolo The Technomancer – Recensione è estratto da GamesVillage.it.
