Abzû - recensione
Inizi parlando di Abzû e magari alcuni si entusiasmano, altri sembrano quanto meno sapere vagamente di cosa si possa trattare ma buona parte dei videogiocatori molto probabilmente risponderebbe facendo spallucce. Poi continui citando l'artista Matt Nava, il suo nuovo studio Giant Squid e il compositore Austin Wintory e la nebbia inizia a diradarsi dalla mente di buona parte dei possessori di PS3 e PS4 più attenti alla scena indie. Infine il colpo di grazia: "Abzû è Journey ma ambientato nell'oceano", una definizione che accompagna questo progetto sin dal suo annuncio e che, in seguito a trailer e presentazioni varie, gli è rimasta affibbiata a metà tra una benedizione e una maledizione.
Matt Nava è conosciuto soprattutto per il ruolo di art director in Flower e Journey, due produzioni molto particolari che hanno fatto la fortuna del team indipendente di thatgamecompany e che hanno definitivamente consacrato il lavoro del creative director Jenova Chen. Dopo queste due esperienze più che positive, Nava ha deciso di fondare la propria software house e di debuttare non allontanandosi troppo dalla strada tracciata con i suoi precedenti lavori e attirando ovviamente parecchie attenzioni ma anche altrettante aspettative.
Abzû arriva quindi su PC e PS4 con il fardello di essere considerato da molti fan e addetti ai lavori come il nuovo Journey. Una responsabilità difficile da gestire per chiunque e che rischia di metterci di fronte a una produzione troppo derivativa e schiacciata dal pesante paragone con quello che viene considerato come uno dei più grandi capolavori usciti su PS3.
