Batman: The Telltale Series – New World Order – Recensione
Dopo l'intrigante esordio di Realm of Shadows e il ficcante, sebbene breve, prosieguo di Children of Arkham, si percepiva la sensazione di trovarsi ad un punto di svolta nella storia creata per questo Batman: The Telltale Series. Finora ogni scelta che ci era stata posta poteva sì avere degli effetti sul dipanarsi degli eventi, ma principalmente portava ad immaginare in quale modo avrebbe potuto influire negli episodi successivi caricandoci di marginali sensi di colpa o insoddisfazione. Con questo terzo capitolo, New World Order, si preme invece l'acceleratore sull'ineluttabilità del fato e la capacità di sopravvivere ad esso: la scelta compiuta negli ultimi istanti di Children of Arkham (che non spoilereremo per chi volesse recuperare la serie solo adesso) diventa detonatore per numerosi conflitti personali che rappresentano solo una parte delle situazioni estreme per cui dovremo trovare una soluzione che difficilmente è discernibile prima di confermare la propria opzione con il joypad.
In questa occasione si è provato a dare un po' più di corpo rispetto al precedente episodio, sicuramente interessante quanto ad elementi introdotti e a snodi della trama, ma forse povero per via della durata ridotta e la carenza di momenti in cui far davvero brillare la capacità degli sceneggiatori di trovare dialoghi sempre sul pezzo: si parte forte con conversazioni pesanti per il nostro animo, che vedono il l'eroe gestire le proprie amicizie vacillando tra Bruce e Batman. Possiamo danzare su sfumature di verità senza a conti fatti mentire per via della doppia vita, grazie anche alla capacità di non rendere vincolanti le azioni dell'uomo d'affari a quelle del giustiziere mascherato e viceversa. Ottimo per tirarsi fuori d'inghippo mantenendo la giusta immagine di fronte agli interlocutori, ma difficilmente il giocatore potrà rimanere indifferente di fronte a questa necessità di esercitare una sorta doppio gioco a tratti crudele.
È arrivato il momento in cui non ci sentiamo più in grado di risolvere tutto
Gotham è un posto sempre meno sicuro e gli eventi si muovono per privare Bruce Wayne delle sue risorse e, di conseguenza, Batman della sua capacità di intervenire in ogni situazione: ancora una volta ci viene ricordato che questo cavaliere oscuro non è quello che abbiamo imparato a conoscere di recente, capace di lottare 1vs1 con un cataclisma quale Superman, ma una figura molto più vulnerabile, che fa emergere l'umanità e la fallibilità che forse avevamo dimenticato essere parte del personaggio. È arrivato il momento in cui non ci sentiamo più in grado di risolvere tutto con qualche cazzotto e qualche gadget, perché a volte la realtà è solo una e non è possibile muoversi su binari differenti. L'uomo solo contro tutti scopre di avere una manciata di alleati in più, ma anche che i suoi legami rischiano, inevitabilmente, di diventare più fragili ed esporre al pericolo le stesse persone che ama. Intollerabile per Batman, che appare visibilmente scosso in più di un'occasione, con linee di dialogo che spesso non consentono di esprimerci come vorremmo, dovendo stare al gioco di uno script incentrato sullo stato d'animo del nostro avatar il quale, tra l'altro, dovrà districarsi non solo tra amicizie di lunga data, ma anche considerare le conseguenze di un'infatuazione dagli esiti imprevedibili.
Ritorna in maniera più consistente il momento investigativo, sebbene si risolva in maniera davvero semplice, mentre sono assenti situazioni di “assalto” in cui pianificare il proprio intervento sul campo, abbastanza stimolanti rispetto ai classici QTE, che in questa occasione cercano di cogliere impreparato il giocatore alternandosi tra taluni molto concessivi quanto a tempi di reazione (come la maggior parte vista in tutti i 3 episodi) ed altri invece che, realmente, richiedono una grande prontezza di riflessi. A livello di gameplay puro forse ci troviamo di fronte ad uno degli episodi più deboli, ma gli eventi sopperiscono decisamente a queste mancanze. Da notare – almeno su PlayStation 4, la versione provata – qualche difficoltà tecnica nello stare al passo tra i cambi di inquadratura e il passaggio tra le singole animazioni dei personaggi all'interno delle cutscene. Qualcosa di simile era già stato riscontrato anche nelle due precedenti occasioni, ma a questo giro sono forse troppi i momenti in cui queste imperfezioni inficiano sulla resa effettiva del titolo e la fruizione dell'esperienza globale. Ci si augura che al prossimo capitolo non ci si trovi nuovamente una Batmobile che sfreccia tra le strade di Gotham che mostra – per dirne una – un fondale statico dai suoi finestrini…
È il momento migliore per salire sul carro di questa avventura di Telltale
Queste incertezze tecniche non impediscono comunque di godere di una narrazione molto efficace nel proporci eventi davvero rilevanti per la trama. Essere al terzo di cinque episodi imponeva di introdurre conflitti e crisi come non se ne erano visti prima e così è stato, in particolare ripensando agli ultimi istanti immediatamente precedenti ai titoli di coda. Quello che veramente colpisce di questo New World Order è proprio la sensazione di impotenza che ci viene trasmessa, che ci abbandona alla ricerca della soluzione migliore per ridurre i danni piuttosto che fornirci un'opzione realmente risolutiva. La voglia di riprendere in mano i precedenti episodi per valutare i differenti sviluppi emerge con prepotenza ed è segnale indiscutibile della bontà degli autori nello stendere una ragnatela di eventi intrecciati capaci di muoversi parallelamente e divergere improvvisamente senza intaccare la coerenza narrativa. È il momento migliore per salire sul carro di questa avventura di Telltale, anche se poi ci sarà da aspettare altri due mesi per scoprire come finirà la storia… ne saremo capaci?
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