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Wheels of Aurelia – Recensione

Publisher: MixedBag Publishing Developer: Santa Ragione
Piattaforma: PS4 Genere: Driving Chiaccherone Giocatori: 1 PEGI: 12 Prezzo: 9,99 €



E' sempre più florido il sottobosco di prodotti videoludici provenienti direttamente dal Bel Paese. E la cosa, oltre che inorgoglirci, ci fa anche infinitamente piacere, poiché in quanto stampa specializzata riusciamo ad avere un contatto più diretto con chi i giochi li crea, li concepisce, li sviluppa. Quest'oggi vi parliamo di Wheels of Aurelia, prodotto non perfetto ma molto interessante, disponibile sul PlayStation Store da qualche giorno.



Vado al massimo



Che cos'è Wheels of Aurelia, questa è certamente la prima domanda da porsi, ma non la più semplice a cui dare una risposta. Sì perché, ufficialmente, il titolo Santa Ragione è un gioco narrativo rientrante nella sottocategoria dei “road movie”. Ci spieghiamo meglio. In men che non si dica ci ritroveremo a bordo di una macchina a vestire i panni di Lella, ragazza tutto pepe degli anni Settanta italiani; anni molto turbolenti, ne converrete, per il rapimento di Aldo Moro, per il clima di tensione legato alle emergenti forze politiche estreme quali le Brigate Rosse o i neofascisti e per un più generale cambio di costumi dell'epoca, con divorzio, aborto e quant'altro sulla punta della lingua di tutti.



Perché queste tematiche assumono importanza capitale in un gioco di guida, vi starete chiedendo. In effetti, giocando a Gran Turismo non abbiamo appreso molto di più di quel che già sapevamo sulla Critica della ragion pura di Immanuel Kant, ad esempio. Ma i generi sono fatti per essere mescolati, distrutti, stravolti. Ed eccoci qui, al volante di una macchina che non può frenare, al massimo accelerare leggermente; che può superare senza guadagnare alcuna posizione; che può centrare in pieno la macchina della polizia senza che gli “sbirri” ci sparino contro, o che si subisca qualche danno.



Pensate che potrete anche non toccare il DualShock 4 e tempo una mezz'oretta, forse pure meno, avrete finito il gioco, solo guardando. Una provocazione? Certo che sì, ma rimane il fatto che tutto quel che potrete fare in Wheels of Aurelia è parlare, ascoltare, parlare e ascoltare ancora un po'. L'interazione del videogiocatore è basata interamente sui dialoghi con la possibilità di scelta di risposta multipla, resi celebri da Telltale ma ora disponibili un po' dappertutto. Ecco, mentre guidate dovrete fare proprio questo, relazionarvi verbalmente con il prossimo, inizialmente con la vostra amica Olga, conosciuta da poco in discoteca e con un bambino in grembo; poi con tutta una serie di autostoppisti che starà a voi decidere se aiutare o meno (tra questi segnaliamo, ad esempio, un tifoso juventino, un folle convinto di avere visto gli UFO, un semplice contadino o una terrorista); poi ancora con un insieme di personaggi più determinanti, che incontreremo in determinati “bivi”, e che daranno il via a delle cut-scene (un vecchio pilota che ora campa grazie alla piccola criminalità, un prete in crisi mistica e altri che non stiamo qui a svelare per non rovinarvi la sorpresa).



La location è la mitica Aurelia, la strada che fiancheggia il Tirreno fino alla Liguria, tanto è vero che le città visitabili sono Roma, Bracciano, Civitavecchia, Siena, Piombino, Viareggio, con la prima e ultima tappe obbligatorie per ciò che attiene, rispettivamente, la partenza e l'arrivo. La variabilità dei personaggi con cui avremo a che fare, insieme a quella delle città da visitare, ha permesso agli sviluppatori di concepire ben sedici (sedici) finali differenti, che si determineranno in base a quelle azioni che compirete nei quindici-venti minuti di durata totale del gioco.



Gli ending non sono sempre in contrasto tra loro, il che permette di scoprire piano piano le ombre e le luci di ciascun interlocutore, cosa che certamente invoglia alla rigiocabilità. Per quella che è una totale full immersion nel decennio in cui Wheels of Aurelia è ambientato, segnaliamo anche la composizione di quattro brani, sempre italiani, pensati ad hoc per il videogioco, in pieno stile anni Settanta; un retrogusto “retro” è dato anche dallo stile grafico, semplice ma pulito, e soprattutto dalle marcate tinte arcade, complice anche la visuale isometrica, semplicemente d'altri tempi, anche se riportata alla ribalta proprio dal mondo indie, di cui Wheels of Aurelia è un esponente.

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28 ottobre 2016 alle 13:11

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