Tekken 7 – Hands-on
Tekken non è un picchiaduro come tutti gli altri, è un'istituzione, sinonimo di gameplay inossidabile e carisma da vendere. Viviamo in tempi dove persino il re dei beat'em up, Street Fighter, ha attraversato un periodo di stanca. Spetta quindi a Bandai Namco, e naturalmente a Tekken, il compito di riportare in vita un genere che apparentemente potrebbe aver fatto il suo tempo. Tekken 7 punta naturalmente al multiplayer, e in modo particolare all'online, ma non si dimentica di tutti coloro che provano sincero interesse nello scoprire le vicende della famiglia Mishima. La buona notizia, per tutti gli amanti di questa infinita telenovela, è che Tekkekn 7 non soltanto è molto curato dal punto di vista della narrazione, ma fa di questa il perno della modalità single player, con scene di intermezzo giocabili che uniscono storia e gameplay.

Al centro delle vicende, ancora una volta, l'anziano (ma sempre arzillo) Heihachi, che si trova impegnato in uno scontro generazionale con il giovane Kazuya. La storia di questa modalità viene narrata da una voce narrante, slegandosi così dalla necessità di avere un protagonista e mettendoci piuttosto nei panni di diversi personaggi, al fine di comprendere quello che sta succedendo da diversi punti di vista. Dimenticate gli scontri privi di contesto dei precedenti episodi: qui ogni scontro ha la sua caratterizzazione e la sua importanza, e si colloca all'interno di una storyline ricca di colpi di scena, con tantissime chicche per gli appassionati della saga rissaiola. Forse persino un po' troppe, dato che il neofita dovrà studiare un bel po' prima di cogliere tutti i riferimenti; l'appassionato, invece, troverà a detta degli sviluppatori una degnissima chiosa a un ciclo narrativo ricco di emozioni a non finire. Da quanto abbiamo avuto modo di vedere nel corso della nostra prova, queste promesse stanno per essere mantenute.
Ma naturalmente non staremmo parlando di Tekken se alle spalle non ci fosse un'impalcatura di gioco solida e senza rivali, e d'altronde il settimo capitolo della saga del pugno d'acciaio non sfigura affatto rispetto ai predecessori, né tanto meno tradisce i principi che da sempre l'hanno animata. Dimenticatevi le mosse spettacolari e “overpowered” degli altri picchiaduro, in Tekken ci si mena, sì, ma sempre con un occhio al realismo, ed è per questo che anche in Tekken 7 tornano le sequenze di colpi, se non realistici, quanto meno verosimili. Per esempio, non sarà possibile eseguire una presa su un avversario che sta eseguendo una combo, né, tantomeno, su qualcuno che sta rotolando: quando mai qualcosa del genere sarebbe possibile nel mondo reale, dopotutto? Tekken abbandona la logica un po' facilona dei picchiaduro e preferisce piuttosto ridurre l'importanza delle prese, andando ad accentuare la frenesia e la dinamicità dei combattimenti.

Le Rage Art si attivando quando il lottatore è messo maluccio
Questo non vuol dire certo che Bandai Namco si sia adagiata sugli allori, potenziando il gioco non soltanto dal punto di vista della grafica e della fluidità, ma anche puntando dritto al cuore, alle sue meccaniche, fedeli alle tradizione ma allo stesso tempo evidentemente rinnovate. Ecco quindi che entrano in scena le Rage Art, una sorta di tipica supermossa che rende il gameplay più teso, introducendo un elemento in grado di ribaltare letteralmente le sorti di uno scontro. Le mosse Rage Art sono peraltro piuttosto semplici da eseguire: non dovrete farà altro che premere i due tasti dorsali e selezionare una direzione. Tutto questo vi garantirà un incremento del 30% del danno totale. Niente male, non è vero? E allora dov'è la magagna, vi starete chiedendo. Semplice: le Rage Art si possono eseguire solo quando il lottatore è messo maluccio. Insomma, anche se siete stati gonfiati per benino, avrete la possibilità di restituire tutti i colpi al vostro avversario, con gli interessi, per giunta.
C'è da dire che Bandai Namco è stata molto coraggiosa nell'introdurre questa meccanica, dal momento che rischia di compromettere l'equilibrio di un gioco dalla tradizione storica come Tekken, e già immaginiamo che sarà considerata un elemento di disturbo nelle competizioni ufficiali. Ciò non toglie che il gioco diventa molto diverso alla luce di questa meccanica, dando la possibilità anche ai giocatori meno esperti di vendicarsi, e rendendo quindi il tutto più “arcade”. Un bene o un male? Dipende naturalmente da che tipo di giocatori siete, ma per ora è ancora troppo presto per azzardare un verdetto. Sempre tra le nuove meccaniche, troviamo anche il Rage Drive, un attacco in grado di danneggiare notevolmente il vostro avversario con una combo potenziata. Anche in questo caso si tratta di una mossa che si attiva quando la vostra barra della salute si è abbassata di molto, per cui dovrete fare particolarmente attenzione all'avversario anche quando questo è stato mazzuolato per benino. È il karma, bellezza!

Tanta carne al fuoco per i “tecnici”
E se vi mancavano i bei tecnicismi alla Tekken, be', sappiate che anche questo settimo capitolo non lesina da questo punto di vista. Del resto, si sa, il mondo si divide in due tipi di persone: i “tecnici” e i “button masher”, e quest'ultima categoria non sarà incentivata neanche in Tekken 7, a prescindere dall'apparenza. I colpi alla testa e al torace, infatti, non interrompoono la combo dell'avversario, che subisce il danno corrispondente ma porta a segno anche il suo, a meno che non rispondiate a vostra volta con una presa o colpendo le gambe. Insomma, tanta carne al fuoco per mandare in solluchero i “tecnici”. Tra le tante novità di Tekken 7 non possiamo proprio non citare i nuovi personaggi, tra cui contiamo una presenza illustre, ossia il burbero Akuma di Street Fighter, che è stato ingaggiato da Kazumi per uccidere Heihachi e Kazuya. Al suo fianco, troviamo poi Claudio Serafino, un gagà tutto italiano, che porterà un po' del Bel Paese anche nel nipponico picchiaduro; abbiamo poi Kazumi Mishima, ossia la mamma di Kazuya, dotata di un potere a dir poco infernale. Chiudono il giro Jack-7, nuova linea di androidi appartenenti alla serie Jack, e la sbarazzina Lucky Chloe, che si è già fatta notare per i vestiti (e atteggiamenti) palesemente maliziosi. Tekken 7 promette anche una valanga di contenuti, destinati a essere espansi nel corso dei mesi con vari pacchetti DLC, tra cui uno che quest'estate porterà oltre 50 nuovi costumi. In inverno, inoltre, è previsto l'arrivo di un lottatore di un altro videogioco, così come nella primavera del 2018. Non si può dire che in Bandai Namco non preparino le cose per tempo!
Una particolarità del gioco, e che abbiamo potuto apprezzare durante la prova, è l'impiego del motore grafico Unreal Engine 4. L'idea potrebbe sembrare bislacca, dal momento che l'engine è usato tipicamente nelle produzioni occidentali, ma alla fine anche la giapponese Bandai Namco ha dovuto piegarsi allo strapotere di questa tecnologia, e i risultati ottenuti parlano da soli. Innanzitutto, le collisioni sono gestite in maniera magistrale, il che è fondamentale in un gioco così fondato sui tecnicismi. Ma anche l'occhio vuole la sua parte, e tra i costumi e i corpi dei lottatori, abbiamo un gioco che sfoggia i muscoli con grande sicurezza di sé.
Inutile dire che Tekken 7 ci ha gasato, e anche parecchio. L'aspettativa sale, dunque, per un titolo che potrebbe segnare non soltanto un punto di svolta per la serie, ma una vera e propria rinascita per un intero genere.
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