Old Man's Journey - recensione
Contrasti su contrasti, limiti invalicabili su limiti invalicabili e contraddizioni che non si riescono mai completamente a superare. Per quanto ci si impunti con tutte le forze per sottolineare la maturità di questo medium, queste stesse affermazioni cozzano costantemente con tutto ciò che circonda il videogioco, con quei contrasti e quei limiti che tutta la community si pone incessantemente, dimostrando come ci siano ancora non pochi problemi sia all'interno della critica di settore che tra i giocatori.
Old Man's Journey, interessante progetto di Broken Rules (team con base in quel di Vienna), per noi ha evidenziato ancora più nettamente queste contraddizioni sottolineando, in un certo senso, i limiti stessi della forma di intrattenimento che tanto amiamo. Quel videogioco che spesso si batte il petto professandosi arte ma che allo stesso tempo fatica a definirsi, va a creare fazioni divise da critiche non particolarmente velate nei confronti di ciò che pare diverso e che per questo non viene sempre accettato. Il disprezzo di molti nei confronti dei walking simulator e dei giochi prettamente narrativi ne è un esempio lampante.
E poi c'è la non meno importante questione voto: da quand'è che un 7, da valutazione comunque positiva, si è trasformato in un sinonimo di spazzatura da evitare come la peste? Come possono i giocatori andare oltre al semplice numeretto quando publisher, sviluppatori e l'industria tutta non ci riescono? Il perché di queste domande è semplice: il rischio che Old Man's Journey venga ignorato dai più è tanto elevato quanto imperdonabile, soprattutto per un certo tipo di giocatori.
