The Silver Case - recensione
Prima. Molto prima di Killer 7, No More Heroes e Killer is Dead, Goichi Suda e il suo team Grasshopper Manufacture diedero alla luce un'avventura molto particolare. Una storia investigativa a tinte horror ambientata in un futuro distopico, il cui gameplay ha ancora oggi una nutrita serie di fan. Si chiamava The Silver Case e fino a pochi giorni fa era rimasta confinata nel natio Giappone, dove uscì in esclusiva per PSone.
Ora Sony ha deciso di portarla per la prima volta in occidente, tirata a lucido per PlayStation 4 e tradotta in inglese. Chi sperava addirittura in un adattamento italiano rimarrà deluso e forse dovrebbe riconsiderare i suoi propositi di acquisto. Sì, perché oltre ad essere molto particolare, questo gioco ha anche una quantità di testo decisamente importante e andare avanti senza comprenderne la lingua è pressoché impossibile.
La trama che fa da sfondo al "caso argento" è di quelle che piacerebbero tanto a David Cage. Un serial killer inafferrabile torna a colpire dopo due decenni dal suo ultimo delitto. Un'unità speciale chiamata ad indagare sull'accaduto e una recluta (indovinate di chi si tratta?) che inevitabilmente si ritroverà al centro della vicenda. Unico indizio, un nome: Kamui Uehara. Sul suo conto si sa poco o nulla, nonostante due decenni di indagini che hanno portato a galla parecchio marciume della società. Kamui è un assassino, ma al tempo stesso è diventato una leggenda.
