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DiRT 4 – Recensione

“Il diavolo è come un setaccio che separa il fango dall'oro”



Carlos Santana



Sono ormai quasi vent'anni che Codemasters opera efficacemente nel campo dei giochi di rally: questo lungo viaggio è infatti partito nel lontano 2000 con il primissimo Colin McRae Rally e giunto a oggi su PlayStation 4 proprio con DiRT 4, che con il suo “bisnonno” ha alcune cose in comune come la guida su terreni impervi e soprattutto la passione.



Non c'è sporco che tenga



Poco più di un anno fa, precisamente nel mese di aprile, Codemasters pubblicava la sua ultima fatica su ruote: stiamo parlando di quel DiRT Rally che tanto ha fatto godere (e imprecare) il nostro Vincenzo.



Il sistema di guida è stato riportato in quell'occasione ai fasti del passato, con tutti i pro e i contro che questa scelta può avere: niente più sfide con più macchine a schermo, niente derapate o distruzione, solo il rally nella sua forma più semplice e pura.



DiRT 4 mette invece fin da subito le cose in chiaro: nessun livello estremo di guida a patto che non sia il giocatore a chiederlo (ma di questo vi parleremo più in là nella recensione) e un ritorno a uno stile ibrido che oltre alla classica gara sterrata proporrà tante varianti in grado di far felici il maggior numero possibile di utenti.



Avviando il gioco per la prima volta avremo quindi il compito di andare a creare un nostro alter-ego virtuale indicandone le generalità e scegliendo un avatar tra quelli disponibili, salvo poi essere immediatamente catapultati sul sedile della nostra prima auto, dove ci verranno fornite una serie di nozioni base utili per prendere familiarità con i comandi, sostanzialmente invariati rispetto alle precedenti versioni del gioco.



Quando saremo pronti sarà quindi la volta di calarci davvero nell'azione, abbandonando la sicurezza del tutorial per lanciarci in pista scegliendo la modalità Carriera, che ci farà affrontare una serie di gare di difficoltà crescente, oppure optando per delle sfide che ci metteranno di fronte a ostacoli da distruggere e cronometri da battere.





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Mi sono fatto da solo



Come in ogni buon gioco di guida che si rispetti non può ovviamente mancare la modalità Carriera, che ci permetterà di passare da inetti quasi totali a dei veri e propri campioni di rally andando ad affrontare gare sempre più lunghe, difficili e remunerative.



Inizieremo infatti la nostra avventura sostanzialmente poveri in canna, dotati solo del nostro infinito (forse) talento e di uno sponsor minore che provvederà a fornirci una macchina, nello specifico una piccola Ford R2 che si farà valere sui semplici percorsi iniziali.



Una volta accumulata una discreta somma in denaro giungerà il momento di scegliere se continuare a lavorare per conto di terzi, lasciandoci così solo le briciole del ricavato totale, oppure mettersi in proprio acquistando il nostro primo veicolo dalla concessionaria oppure spulciando gli annunci degli usati.



L'interessante novità è proprio quella di poter cercare veicoli con uno stile che ricorda quello dei classici Gran Turismo, andando a cercare occasioni in un elenco che verrà aggiornato periodicamente fornendo varie opportunità di acquistare vetture a prezzo ridotto, a patto di accettare quello proverbialmente “passa il convento”.



Se decideremo di essere i capi di noi stessi saremo poi chiamati a creare una nostra livrea scegliendo numerazioni e colori, creare un team affiatato in grado di lavorare al meglio in ogni situazione e decidere quali ditte sponsorizzare sul nostro veicolo, come già avveniva anche in DiRT Rally.



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28 giugno 2017 alle 17:01

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