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Black the Fall

Dal lancio di Square Enix Collective, piattaforma che aiuta gli sviluppatori indipendenti a pubblicare i loro giochi, sono stati molti quelli che hanno avuto un accoglienza positiva dalla comunità, che grazie ai suoi voti e soprattutto al suo aiuto, ha visto il rilascio di un paio di titoli quantomeno interessanti. Uno di questi è Black the Fall, disponibile su PC, PS4 e Xbox One, con noi di I Love Videogames che abbiamo passato l'ultima settimana col gioco e di seguito potrete leggere la nostra recensione.



Versione testata: PS4
recensioneINSIDE
Sembra ieri quando 6 anni fa debuttava su Xbox 360 Limbo, dei danesi Playdead, uno degli indie game più iconici e rappresentativi di sempre, che con il suo stile grafico unico ed una narrazione che lasciava al giocatore libera interpretazione catturò...
La libertà è controllo



Black the Fall ha la particolarità si essere narrato esclusivamente dalla sua ambientazione. Nel gioco infatti non c'è una storia, non ci sono dialoghi, non accadono avvenimenti particolarmente significati. Semplicemente la trama sarà chiara solo avanzando nell'avventura. Il giocatore è chiamato ad impersonare un uomo senza nome, in un luogo governato da quello che è a tutti gli effetti un regime comunista dove i lavoratori vengono sfruttati senza pietà. Il nostro compito sarà quello di guidare il personaggio verso la libertà attraverso la risoluzione di enigmi basati sul controllo. “La libertà è controllo”, questo lo slogan utilizzato per il gioco, non è solo una frase scelta a caso, ma si tratta del tema portante del gameplay. Sfruttando un particolare fascio laser potremo prendere il controllo degli altri lavoratori della fabbrica, in modo che attivino per noi alcuni meccanismi necessari per avanzare ma non solo, potrà infatti capitare di imbattersi in alcune guardie e qui abbiamo la possibilità di utilizzare il laser per controllare qualcuno che la distragga. Tutto questo per la prima parte del gioco. Nella seconda parte, ambientata fuori dalla fabbrica, ci sarà un piccolo robot ad accompagnarci nella nostra strada verso la libertà e che si rivela fondamentale per la risoluzione degli enigmi. 



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Un controllo banale



Può un gioco basato su enigmi fallire su questo aspetto? Nel caso di Black the Fall purtroppo è così. Quando si tratta di affrontare un enigma, questo si rivela di una semplicità imbarazzante, dando quasi l'impressione di voler far avanzare il giocatore a forza senza fermarsi a ragionare per qualche minuto ed è un vero peccato. Gli sviluppatori hanno avuto idee brillanti, basti vedere una sezione in cui per avanzare è necessario ascoltare i rumori ambientali, con la visuale totalmente oscurata, il resto purtroppo sfocia in approcci banali dove basta puntare un laser, dare un ordine e continuare il nostro percorso. E le cose non migliorano una volta incontrato il robot. A questo va aggiunta una bassissima longevità, con il gioco chiede un'ora per essere completato, un'ora e mezza massimo volendo dare la caccia a tutti i trofei/obiettivi. Troppo poco anche per un gioco indipendente.



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Comunismo bello da vedere



Quello che salva Black the Fall dall'insufficienza netta è senza dubbio la sua ambientazione. Come già detto, il richiamo al comunismo è palese, ma soprattutto critico verso di esso come visto poche volte. La fabbrica, con la quasi assenza di luce rende bene l'idea di lavoratori privati di tutto, libertà compresa. Anche l'esterno non è da meno, in cui viene mostrata una periferia dove a regnare è la povertà, chiaro segno dello sfruttamento della gente da parte del paese. Poco da dire sul suono, in quanto il gioco non ha una colonna sonora ben definita e propone qualche piccolo motivo ambientale e rumori di sottofondo. Quello che risulta più evidente, comunque, è un messaggio di critica al comunismo, aspetto sul quale gli sviluppatori si son dedicati forse anche troppo, tralasciando il resto.



Black the Fall
I Love Videogames – Notizie sui giochi per PC, Console e Mobile

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18 luglio 2017 alle 13:10