Pyre - recensione
L'ondata indie che ha invaso il mondo console viene principalmente associata a tre giochi, tre progetti protagonisti del documentario capolavoro Indie Game: The Movie diventate delle vere e proprie icone. Braid (2008), Super Meat Boy (2010) e Fez (2012) non sono, tuttavia, gli unici titoli che hanno permesso alle piccole produzioni di diventare una prassi nel mondo console.
Nel 2011 una software house nata nel soggiorno di una casa della zona suburbana di San Jose (California) riuscì a lanciare un particolare action-RPG che ottenne un incredibile successo di critica e pubblico. Bastion fece spuntare sul radar dell'intera industria i ragazzi di Supergiant Games, un team in continua crescita che ha saputo confermarsi nel 2014 con Transistor e che in questi giorni è pronto a rimettersi in discussione con il curioso Pyre.
Un'opera che nei vari trailer non ha saputo diradare tutti i dubbi sulla propria natura ma che ha confermato un aspetto centrale della mentalità dello studio: la continua ricerca di qualcosa di nuovo, di progetti diversi e unici. Transistor era diverso da Bastion e Pyre è profondamente diverso dai suoi predecessori ma questo stacco rispetto al passato non è di certo sufficiente per rivelarsi l'opera più ambiziosa del talentuoso team.
