Dead by Daylight - recensione
La nascita di un nuovo genere è un momento importante per il settore dei videogiochi. Si tratta di un evento raro e, soprattutto, costituisce il futuro della nostra passione. I titoli che hanno inaugurato nuovi generi rimangono nella storia dei videogiochi e lasciano un'eredità indelebile per chi vorrà creare nuovi prodotti simili, qualsiasi quantità d'innovazione vorrà portarci. Per questa ragione, i giochi che affrontano il rischio di portare una novità al pubblico partono, in sede di valutazione, con un grande vantaggio: il coraggio va premiato, ma anche il solo fatto di portare all'attenzione dei giocatori delle nuove meccaniche è un elemento che va salutato con la massima positività possibile.
Dead by Daylight è, insieme a Friday the 13th, uno dei primi rappresentanti del nuovo genere che potremmo chiamare 'multiplayer horror asimmetrico'. In poche parole si tratta di un gioco esclusivamente online (anche se Friday the 13th dovrebbe avere presto una campagna singoleplayer) in cui i giocatori competono e collaborano tra loro: nei panni dei sopravvissuti devono compiere una qualche tipo di azione cooperativa e rimanere vivi, nei panni dell'unico killer devono semplicemente dare la caccia agli altri giocatori e sterminarli.
Ovviamente, e qui iniziamo a parlare specificatamente di Dead by Daylight, le cose non sono così semplici e le sfumature si sprecano. Sono disponibili vari tipi di personaggi (in entrambe le 'fazioni'), livelli legati alla progressione attraverso l'esperienza, oggetti da utilizzare e bonus temporanei. Inoltre, il gameplay utilizza una serie di meccaniche per bilanciare l'esperienza e renderla ancora più interessante ed emozionante.
