Yakuza Kiwami - recensione
A pochi giorni dalla conferma dell'uscita europea di Yakuza 6: The Song of Life, ecco arrivare nei negozi il remake del primissimo episodio, uscito su PlayStation 2 la bellezza di 11 anni fa. Avete letto bene: remake, perché il lavoro fatto dal team Sega va ben oltre la semplice operazione di rimasterizzazione. Nell'anteprima pubblicata poche settimane fa vi avevamo già descritto l'ottimo lavoro fatto dagli sviluppatori, che hanno tirato a lucido ogni singola texture del gioco, pompando poligoni nei muscoli dei protagonisti e raffinando praticamente ogni aspetto del titolo originale. Le differenze estetiche sono evidenti fin dai primi minuti e rendono Yakuza Kiwami un gioco perfettamente in grado di competere con i titoli usciti negli ultimi tempi.
Risoluzione 1080p e 60 fps rendono il gioco più spettacolare che mai, grazie anche a nuovi filtri grafici che ripuliscono non poco le immagini, eliminando imperfezioni e scalettature dovute all'aliasing. I volti dei protagonisti brillano di nuova luce anche quando l'inquadratura stringe su di loro, mettendo addirittura in evidenza i pori della pelle. Quando si esce per la prima volta tra le stradine di Tokyo è possibile ammirare effetti grafici inediti come la riflessione degli ambienti nelle pozzanghere o sulle carrozzerie delle vetture. Anche il doppiaggio e l'intero comparto audio sono stati interamente rimasterizzati, questo però non ha aggiunto il tanto sperato supporto alla lingua italiana. Il gioco include l'audio in giapponese e i sottotitoli in inglese.
Come si suol dire però, l'essenziale è invisibile agli occhi (e alle orecchie). Il lavoro più importante i programmatori lo hanno fatto apportando modifiche a tutti quegli aspetti di gameplay che rendevano imperfetto l'originale. Il sistema di telecamere è stato completamente rivisto: sono state in parte abbandonate le inquadrature fisse in favore di un approccio più dinamico. Permangono per ovvi motivi le riprese fisse all'interno dei negozi, cosa che all'inizio potrebbe anche disorientare un po', ma bastano pochi minuti di gioco per farci l'abitudine. Ancora più importante è la rimozione della maggior parte dei caricamenti, che nell'originale frammentavano non poco l'azione. Il gioco carica solo quando si accede alle ambientazioni più grandi, o nel passaggio tra interni ed esterni, ma per il resto lo scorrere dell'avventura risulta nettamente più fluido.
