The Long Dark - recensione
Se dovessimo caratterizzare gli ultimi due/tre anni videoludici con un genere, probabilmente sceglieremmo quello dei giochi di sopravvivenza. Più in generale, la meccanica che lega insieme le risorse limitate, il crafting e le condizioni esterne sfavorevoli per lanciare al giocatore una sfida estrema non è solo di gran moda oggi, ma sembra essere una vera e propria ossessione per molti team di sviluppo, soprattutto per quelli nuovi. Le iterazioni si sprecano, come anche le ibridazioni con altri generi (horror, fps, avventura) e abbondano anche gli scenari e i temi differenti.
The Long Dark è proprio una di queste iterazioni, un gioco che compie scelte molto precise per lanciare al giocatore una sfida di sopravvivenza affascinante quanto complessa ed emozionante: dopo un disastro aereo ci ritroviamo nel mezzo di una zona rurale del Canada, e starà a noi sopravvivere e costruirci i mezzi di sussistenza stante che le condizioni climatiche estreme costituiscono il problema più pressante.
La modalità di gioco principale è emersa essere, dopo una lunga fase di early access, il sandbox. Si tratta di una sfida concettualmente semplice: sopravvivere il più a lungo possibile, senza alcun altro obiettivo particolare. Questo vuol dire che l'end game è sempre la morte del giocatore e che non esiste una storia, se non quella che spiega lo scenario sottostante all'intera esperienza (e che ovviamente non vi sveliamo).

the_T.E.O.
Figata 😍