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Code Vein - prova

Sì, lo sappiamo, è l'ennesima volta che parliamo di un titolo in anteprima e ci troviamo a confrontarlo con Dark Souls, ma con Code Vein ci è sembrato davvero inevitabile. Chiaro, dopo il travolgente successo molti titoli hanno provato a cavalcare l'onda di un pubblico assetato di combat system complessi e punitivi, e visto che più di qualcuno si è dimostrato valido nel farlo non possiamo neanche lamentarci troppo. Basterebbe solo smetterla di cercare a tutti i costi di citarlo ogni due parole in ogni articolo o altro contenuto online.



Nel prossimo titolo di Bandai però, c'è più di una difficoltà alta che rimanda a al capolavoro di From Software, anzi, si fa prima a distinguere quali elementi differiscano completamente che ad elencarne le somiglianze.Lo abbiamo provato a Lucca Comics & Games 2017 presso lo spazio che Bandai Namco ha allestito nello stand dedicato alle action figure di Banpresto. Il livello che abbiamo avuto a disposizione è un dungeon sotterraneo infestato da demoni di diverse razze e dimensioni, tutti decisi
a farci fuori appena ci avvistano.



Prima ancora di livello e nemici però, l'impatto con l'aspetto tecnico di Code Vein ci stupisce
per l'ottima qualità generale e soprattutto per gli effetti grafici che avvolgono gli scontri all'arma bianca, tanti colorati e luminosi, in contrasto con l'ambiente che invece è avvolto da un'aura oscura e tenebrosa. Lo stile da tipico anime giapponese è la caratteristica più forte di Code Vein, che lo contraddistingue dal filone di titoli dal gameplay simile, tanto da essere identificato più volte
come "dark souls in versione anime" da molti giocatori.

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6 novembre 2017 alle 10:40