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Horizon Zero Dawn: The Frozen Wilds - recensione

Si era sentita la mancanza di Aloy da quel mese di febbraio che l'ha consacrata come nuova stella del firmamento di PlayStation 4, e dopo l'annuncio del primo e unico DLC, l'attesa di Horizon Zero Dawn: The Frozen Wilds si era fatta snervante. Il momento è finalmente giunto e siamo finalmente pronti a farci largo tra le tormente di neve, alla ricerca della verità.



Frozen Wilds si posiziona idealmente nella seconda metà delle avventure di Aloy. La cacciatrice viene a conoscenza di alcune voci che circolano sui gelidi territori settentrionali: sono state avvistate nuove tipologie di macchine, ben più feroci delle bestie corrotte che infestano il mondo. Incuriosita dalla situazione, decide di recarsi in quelle inospitali terre, dove il ghiaccio comanda e la neve cade incessante.



Ad attenderla troverà una nuova tribù, i Banuk, una popolazione lontana dal resto dell'umanità quanto i luoghi in cui vive. La loro cultura è incentrata sulla darwiniana legge del più forte, e li spinge a vivere secondo leggi brutali riassunte dal motto "vivere e vincere". Non c'è spazio per la debolezza, la comprensione o l'empatia: ciò che conta è la sola sopravvivenza.

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6 novembre 2017 alle 17:10