Need for Speed Payback - recensione
Probabilmente non tutti lo sanno, ma Need for Speed è una delle serie racing più longeve di sempre. Nata nel 1994 su Panasonic 3DO con "The Need for Speed" (poi portato sulle piattaforme ben più popolate MS-DOS, PSX e Saturn) ha fissato le regole dei racing simul-arcade con i suoi innumerevoli capitoli e spin-off (col ritmo di quasi uno ogni anno). È una serie che ha visto i suoi fasti durante la sesta generazione di console con i capitoli della serie Underground, tra i più apprezzati in assoluto, ma anche con Hot Pursuit II e Most Wanted, ma che negli ultimi anni s'è un po' persa per strada con capitoli abbastanza sottotono come ProStreet del 2007 ed il più recente reboot del 2015.
Con l'arrivo di rivali sempre più validi e agguerriti nel settore, come Forza Horizon, The Crew e Test Drive Unlimited, la serie targata EA aveva bisogno di qualcosa di più per primeggiare, di più del solito visto e rivisto o di reboot sottotono dei capitoli di maggior successo. E allora Electronic Arts ci riprova quest'anno con Need for Speed Payback, che propone tantissime novità nel gameplay assieme a un'accattivante storia. Lo sviluppatore Ghost Games sarà riuscito a invertire il trend al ribasso in cui era finita la storica serie? Scopritelo con noi in questa recensione!
In Need for Speed Payback vestiremo i panni di Tyler, un asso della guida che è determinato a sgominare un'organizzazione criminale, chiamata "La Loggia", che controlla tutti i business più succulenti della città fittizia di Silver Rock: casinò, hotel, poliziotti e soprattutto le corse clandestine, sono tutte attività e in mano alla compagnia criminale. Ma Tyler non ci sta, ed insieme a un paio di amici piloti (Mac e Jess) è determinato a restituire la libertà alle sue amate strade. Per riuscire nella sua missione, Tyler dovrà infiltrarsi nelle reti di piani loschi della Loggia affrontando e battendo tutti i suoi piloti, intercettando e facendo saltare consegne di supercar, fino a salire tutte le gerarchie e diventare una vera minaccia per i capi.
