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Rocket League Switch Edition - recensione

Nintendo Switch sta ricevendo diversi porting di giochi di successo più o meno recenti in questo autunno. Dopo Doom e Skyrim è il turno del celeberrimo Rocket League, un gioco tanto semplice quanto dannatamente divertente ideato da Psyonix e che vanta ormai 35 milioni di giocatori complessivamente su tutte le piattaforme.



Rocket League non è arrivato su Switch come una certezza, visto che lo sviluppatore non aveva affatto dichiarato le sue intenzioni nei primi mesi di vita della console ibrida Nintendo. Fortunatamente, complice probabilmente anche il notevole successo della console nel suo primo semestre, il porting di Rocket League per Switch è diventato realtà e ad occuparsene è stato Panic Button, lo stesso team che ha curato l'eccellente porting Switch di Doom, che è quasi un piccolo miracolo tecnologico.



Ma cos'è Rocket League? Per quei pochi alieni che al giorno d'oggi non ci avessero mai giocato o addirittura che non ne avessero mai sentito parlare, lo spieghiamo subito. Si tratta di un brillante gioco di calcio in cui invece di alter-ego umani si comandano delle macchine radiocomandate. La sola idea può sembrare divertente, e infatti il gioco lo è molto. Due o più giocatori (per un massimo di quattro per squadra) si affrontano in partite della durata di 5 minuti (non scorrevoli) e l'obiettivo è semplice: insaccarla nella porta avversaria e avere più gol segnati dell'altra squadra alla fine del tempo regolamentare.

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23 novembre 2017 alle 12:30