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Battle Chasers: Nightwar - recensione

Il genere RPG, già piuttosto ricco di diverse influenze di suo, ha una branca che lo declina secondo alcune specificità giapponesi, quella dei JRPG. Gli stilemi di questo sottogenere sono chiari: movimenti discreti, libertà in una certa misura limitata, combattimenti a turni statici (tranne alcune rare eccezioni) e attenzione particolare al comparto grafico. Battle Chasers: Nightwar è un rappresentante di questo genere ma, oltre a questo, è anche un gioco ispirato a un fumetto degli anni '90 omonimo creato da Joe Madureira e ambientato in un universo fantasy vagamente mescolato con suggestioni steampunk.



Al di là di questo interessante albero genealogico, Battle Chasers: Nightwar segue abbastanza pedissequamente i dettami del genere e offre ai giocatori un'esperienza chiaramente delineata, un JRPG fitto di combattimenti (e di grinding), esplorazione e narrativa leggera ma non per questo del tutto scontata.



La storia, per l'appunto, vede tre dei cinque protagonisti iniziali (nessuna scelta possibile, i personaggi sono fissi) atterrare su un'isola dopo un incidente in volo. Attaccati da misteriosi pirati del cielo, i nostri eroi devono riunirsi ai due amici dispersi e per farlo è necessario esplorare l'isola e, ovviamente, imbattersi nelle pieghe di una trama ben più complessa e preoccupante. La storia è raccontata con splendide sequenze animate che seguono lo stile del fumetto e quello consueto del linguaggio JRPG: i personaggi sono infatti nettamente delineati nei ruoli drammatici classici e le linee di dialogo sono sempre un po' banali e convogliate con eccessivo entusiasmo e abbondanza di parole.

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27 dicembre 2017 alle 10:40