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Dragon Ball FighterZ - recensione

Probabilmente gli anni Dieci saranno ricordati come il decennio più nostalgico di sempre. L'influenza artistica che ci giunge soprattutto dagli anni Ottanta e Novanta è prepotente, quasi inglobante. Dal cinema, alla musica, passando per le serie tv e i videogame, i linguaggi di questa decade sono palesemente saturi dell'estetica audiovisiva che dominava venti o addirittura trent'anni fa.



Basti pensare a Stranger Things, serie manifesto della nostalgia e del citazionismo, che negli ultimi due anni ha conquistato il grande pubblico. Per non parlare delle atmosfere retrofuturistiche di Blade Runner 2049 o del ritorno in grande stile della saga di Star Wars. Sino ad arrivare all'atteso ritorno della saga di Dragon Ball, che con la serie televisiva Super ha eliminato definitivamente dal canone quell'abominio di GT, per rendere un pochetto più dignitosi i destini di Goku e compagni.



Corsi e ricorsi storici. Che essi possano piacere oppure no, stanno lasciando la loro impronta anche nell'universo videoludico, riproponendo storie, gameplay e personaggi ormai divenuti leggendari, attraverso reboot, remake e remastered. Pensiamo all'attenzione che critica e pubblico hanno riservato a Crash Bandicoot N.Sane Trilogy lo scorso anno, alla saga reboot di Tomb Raider targata Square Enix o all'attesa spasmodica che ruota attorno al remake di Final Fantasy VII. Giusto per citare alcuni esempi.

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22 gennaio 2018 alle 15:00