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Gravel - recensione

Sono passate poche settimane dall'uscita di Monster Energy Supercross e Milestone arriva sul mercato con un altro titolo. Non ci crederete mai ma è un gioco di corse. Potete però togliervi la tuta da pilota di supercross e indossare quella da off-road, perché stavolta avrete a disposizione mezzi decisamente più vari che vi porteranno in giro per le piste più infangate ed esotiche del mondo. Gravel in inglese significa infatti "ghiaia", il che vi dà una prima idea di ciò che vi attenderà in questo gioco, anche se in realtà avrete a che fare anche con il fango e il ghiaccio.



Mentre tutti puntano all'open-world, lo sviluppatore italiano ha deciso di dare una struttura più che classica a questa sua ultima fatica. Niente mappe gigantesche da esplorare, niente free-roaming, bensì una "semplice" sequenza di sfide classiche su piste singole che, per motivi diversi, riportano alla mente giochi come Burnout, Need for Speed: Most Wanted e perché no... anche un pizzico di Motorstorm. Il che è un po' un peccato, pensando al fatto che Milestone originariamente aveva annunciato che il gioco sarebbe stato open world, come riportato anche dal nostro Luca Forte nella sua anteprima di Gravel di un anno fa.



Si passa infatti dalle infuocate strade desertiche della Namibia ai circuiti innevati e insidiosi dell'Alaska. Ma non mancano neppure le sfide indoor, che mettono a dura prova la vostra capacità di dosare acceleratore e freno per non schiantarvi sui muretti. A tal proposito, il gioco permette di scegliere tra danni puramente estetici e completi; noi vi consigliamo di iniziare dai primi e solo successivamente di tentare il tutto per tutto rischiando la vostra macchina.

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27 febbraio 2018 alle 12:30