Far Cry 5 - prova
Parigi - Possiamo sostenere, senza troppi timori di smentita, che le performance di un Far Cry dipendono più dal contesto che dal gameplay. Certo, avere una struttura ludica di qualità è imprescindibile, ma il successo al botteghino sembra essere direttamente proporzionale al carisma dell'antagonista e al fascino dell'ambientazione.
Non è un caso che tutti si ricordino di Vaas e della sua cricca, mentre solo qualcuno di Pagan Min e Shangri La. Blood Dragon fa discorso a parte, un po' per la sua natura di DLC, un po' perchè le citazioni, lo scenario e lo stile grafico rimangono nella testa senza bisogno di molto altro. Ah, già, ci sarebbe anche il nemico di Primal, ma il fatto che nessuno sappia il suo nome è un punto a favore della nostra tesi. Anche perché Far Cry Primal era, videoludicamente parlando, un buon gioco, sicuramente più originale del quarto capitolo.
Ecco, quindi, che le prime domande da farsi parlando di Far Cry 5 sono: chi è il nemico? Dov'è ambientato il gioco? Le risposte le conosciamo da un po' di tempo ma solo ora, grazie ad un evento organizzato da Ubisoft a Parigi, siamo stati in grado di scoprire la religione di Padre Joseph. Ed essere travolti dal suo carisma.
