Metal Gear Survive
Metal Gear Survive traghetta la serie che fu di Hideo Kojima oltre lo Stige: lo Stige del divorzio tra il designer e Konami, ma sopratutto quello della marea di diffidenza dei giocatori nei confronti della casa giapponese. O almeno, ci prova…
In ogni divorzio ci sono due facce, e Metal Gear Survive sembra uscito apposta per ricordarcelo.
Perché quando una relazione finisce, tutto ciò che fino a poco prima era uno si scinde, torna ad essere due entità separate che devono imparare di nuovo a vivere come tali, pur sentendo ancora la presenza dell'arto fantasma dato dal legame appena spezzato.
In ogni divorzio ci sono due facce, ma fino a questo momento ne abbiamo approfondita una sola.
È stato facile, per noi (come esseri umani, prima ancora che come giocatori, critici o qualche altra etichetta potremmo affibbiarci) prendere le parti del “lasciato”, quell'Hideo Kojima che negli anni ci ha regalato probabilmente più di quanto possa aver fatto chiunque altro all'interno del videogioco e che, d'un tratto, è stato scaricato senza troppe cerimonie dalla sua ex casa madre. Ma la verità è che Kojima con il divorzio non ha perso soltanto il franchise che lo ha reso famoso (oltre, vabbè, al secondogenito Zone of the Enders) e il FoxEngine, ma si è lasciato alle spalle molto di più. È il mondo di cui parlavamo prima, quell'ecosistema di automatismi e rapporti personali che è naturale nascano, dopo collaborazioni così longeve nel tempo… Ed è naturale che non muoiano da un giorno all'altro, divorzio o no.
