La tecnologia di Kingdom Come Deliverance riesce a veicolare la sua ambiziosa visione? - analisi comparativa
Concettualmente, Kingdom Come Deliverance è una proposta interessante. Come sarebbe la formula di The Elder Scrolls se fosse adattata a una location del mondo reale, magari di un determinato periodo storico? E se la tecnologia del motore di Skyrim, ormai non più all'avanguardia, fosse sostituita dal più potente engine disponibile sul mercato?
Questo ambizioso progetto di debutto dello sviluppatore ceco Warhorse Studios è un RPG che è stato finanziato tramite crowdfunding ed utilizza la tecnologia CryEngine (proprio come Ryse, Prey e Homefront the Revolution) ma con un approccio stilistico simile a quello di Skyrim, con sconfinate lande da esplorare. Dalle bellissime e dense foreste agli idilliaci villaggi europei dei XV secolo, c'è una materializzazione quasi fotorealistica del mondo in molte aree. La grossa differenza rispetto a un gioco come Skyrim è la sostituzione di un'ambientazione fantasy con una più realistica caratteristica di un preciso di un periodo storico. Draghi e magie vengono messi da parte ed il focus si sposta sulle difficoltà del potere del Regno di Boemia.
Non sarebbe corretto da parte nostra non citare la controversia attorno alle attitudini di Daniel Vávra, lo sviluppatore capo, le cui vedute parlano da sole sia sui suoi social media che nella sua intervista rilasciata a Kotaku: aspetti che vengono proposti di riflesso nei contenuti del gioco, e che ci potrebbero dissuadere dall'acquisto del gioco. Ma in questo articolo il Digital Foundry vuole concentrarsi solo sull'aspetto tecnico del titolo.
