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Rad Rodgers - recensione

Il medium videoludico è sicuramente uno dei più interessanti da studiare, tra la sua crescita esponenziale ed il fatto di essere il più "giovane" al confronto di cinema e carta stampata. I tempi sono cambiati e l'utenza conta anno dopo anno sempre più nuove leve. Un aspetto cardine su cui i giocatori "anziani" puntano continuamente però è la difficoltà: i titoli di un tempo erano più ardui.



Inutile per l'utente novizio cercare di alzare il vessillo dei Dark Souls e simili, nulla possono From Software e compagnia contro il sudore che imperlava la fronte durante una sessione di Contra. Sicuramente i prodotti più commerciali risultano più user friendly, ma a cercare di mettere in pari l'altro piatto della bilancia troviamo il mercato indie, conscio di dover in primis generare una propria nicchia di appassionati. Ecco quindi arrivare per il provetto giocatore nostalgico Rad Rodgers, opera nata su Kickstarter e in seguito passata sotto l'ala protettrice di THQ Nordic, che promette un ritorno ai gloriosi anni '90.



Da quel periodo sembra proprio arrivare Rad, ragazzino appassionato di videogame che per non perdere i propri salvataggi decide di lasciare la propria console accesa dopo il richiamo della madre di andare a letto. Durante la notte viene tuttavia svegliato da un misterioso glitch che lo risucchia all'interno del suo gioco e ad accompagnarlo nella sua avventura ci sarà Dusty, la sua stessa console.

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16 marzo 2018 alle 10:40