Past Cure - recensione
Quanto può essere profonda e contorta la psiche? Spesso neanche noi riusciamo a comprenderci pienamente, confusi dallo stress che la mente non riesce a scrollarsi di dosso. Ma se arrivasse qualcuno a ingannare ulteriormente la nostra percezione, che cosa accadrebbe? È proprio quello che succede al protagonista di Past Cure, opera d'esordio dei ragazzi di Phantom 8 Studios. E oggi siamo qui per scoprire quanto può essere profonda la tana del bianconiglio.
Ian è un ex soldato con un mistero da svelare: scoprire cosa sia successo durante un periodo della sua vita di cui non ha alcun ricordo. L'unico elemento che gli suggerisce di esser stato in qualche modo rapito è il fatto di essersi addormentato in Siria, e di essersi poi risvegliato tre anni dopo in Inghilterra, ma profondamente cambiato nella sua psiche.
Ian dopo il "black out" si ritrova in possesso di poteri sovrannaturali, che gli permettono di distorcere il tempo e di proiettare la sua coscienza oltre i limiti del proprio corpo. Queste incredibili doti hanno tuttavia turbato la sua mente nel profondo, rendendo ogni sonno una lotta contro gli incubi che albergano nel suo cervello. Durante la veglia, però, si dedica alle indagini sui suoi rapitori, per scoprire laboratori segreti specializzati nella creazione di super soldati.
