PUBG e Fortnite vanno in tribunale: ma non sono i primi - articolo
Tutto sommato c'era da aspettarselo. La battaglia fra PlayerUnknown's Battlegrounds e Fornite doveva vivere questo momento prima o poi, come se fosse una prova del nove essenziale per tracciare le linee di demarcazione da non superare. Lo sviluppatore coreano ha citato in giudizio Epic Games, produttore di Fornite, con l'accusa di aver violato il diritto d'autore; l'azienda viene insomma accusata di aver copiato PUBG. Una versione videoludica della battaglia che Apple e Samsung hanno portato avanti per sette anni.
I primi smartphone Galaxy avevano copiato il design di iPhone? Quale che sia la vostra risposta, dalla lotta fra i due giganti tecnologici è emerso un dato importante: l'importanza del design di un prodotto, la cui violazione è costata a Samsung oltre 530 milioni di dollari di multa da pagare. Dal conflitto legale fra PUBG e Fornite allora ci troveremo ad affrontare un simile dilemma secolare: quanto è importante l'idea di un gioco, il suo meccanismo base? E quando si parla di plagio e quando di ispirazione?
Domande che di certo non sono inedite all'interno dell'industria videoludica. Negli anni molte aziende si sono trascinate per anni in tribunale per difendere il proprio diritto a un nome oppure per accusarne un'altra di aver copiato un personaggio o, come vedremo presto, di aver volutamente nascosto alcune informazioni al partner.
