Dragon Quest XI - prova
Il grande Barney Stinson diceva "Nuovo è sempre meglio", ed è senza alcun dubbio un'affermazione che trova un riscontro importante nelle opinioni di critici e destinatari del mercato videoludico. Le serie che hanno saputo costantemente rinnovarsi vengono osannate, mentre il cosiddetto "more of the same" ha assunto nel corso degli anni una connotazione piuttosto negativa.
Dragon Quest è l'eccezione che conferma la regola: la saga, nata nell'ormai lontanissimo 1986, è divenuta sinonimo dello stesso genere JRPG, gettando le basi per lo sviluppo di Final Fantasy e portando l'allora Enix alla fama internazionale, macinando numeri impressionanti e guadagnandosi più di un'iscrizione nel Guinness World Record.
Sono risultati incredibili e ancor più scioccanti se consideriamo come la formula originale sia rimasta sostanzialmente immutata. Dopo un breve seppur apprezzato excursus nell'universo MMO, la serie è infatti tornata a percorrere il suo binario naturale, ovvero quello del JRPG tradizionale. Gli ingredienti dell'undicesimo capitolo sono gli stessi che hanno segnato l'ultimo trentennio: un Eroe destinato a salvare il pianeta si fa strada tra i continenti di un immenso mondo semi-aperto, stringendo amicizie e combattendo decine di battaglie caratterizzate dal più classico dei sistemi a turni.
